Querele, l'altra faccia delle minacce ai giornalisti

Querele, l'altra faccia delle minacce ai giornalisti
Gentile direttore, i giornalisti devono poter scrivere con libertà ed indipendenza per un’informazione di qualità. Il nostro diritto ad essere informati...

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Gentile direttore, i giornalisti devono poter scrivere con libertà ed indipendenza per un’informazione di qualità. Il nostro diritto ad essere informati è sempre più in pericolo. Molti sono i giornalisti minacciati da organizzazioni criminali tanto da dover avere una scorta. Vengono picchiati da manifestanti scomposti nelle piazze. Quelli più giovani hanno un’occupazione sempre più precaria con compensi miserrimi. Non raramente qualche potente li colpisce con querele del tutto pretestuose per costringerli alla tensione emotiva del processo ed a spese ingenti. Se il giornalismo viene vessato, viene meno nel nostro Paese la sua insostituibile funzione di guardiano del potere che protegge la democrazia è non avremmo più chi seleziona le notizie separandole dalle dilaganti fake news. Governo e parlamento devono intervenire. Che ne pensa?

Almerico Pagano 
Scafati 

Caro Almerico, le minacce ai giornalisti ci sono sempre state e ci saranno anche in futuro. Dovrebbe scomparire il male perché chi cerca di raccontare la realtà non subisca minacce. E il male purtroppo, come la povertà, non potrà mai sparire del tutto. Mi pare, però, che la condizione sia migliorata se paragonata, ad esempio, ai tempi di Giancarlo Siani. Ora c’è una protezione non solo delle forze di polizia, che è fondamentale, ma soprattutto c’è un diffuso controllo sociale che 36 anni fa quasi non esisteva. Certo cronisti di piccole testate o di blog che svolgono un controllo civile di frontiera, in particolare lontano dalle luci accese delle grandi città, corrono ancora qualche rischio in più. Dove la situazione invece è peggiorata è sul fronte delle querele e delle minacce di querele. Sono strumenti di pressione sempre più efficaci soprattutto in una stagione di crisi dell’editoria. Su questo punto dovrebbe, dopo tanti anni, arrivare un intervento legislativo per rendere automatica una condanna per diffamazione qualora la querela non andasse a buon fine. Ci penserebbero un po’ di più prima di tentare la strada spesso avventata del risarcimento danni. 

Federico Monga

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Il Mattino