Reddito, sfida già persa contro i soliti furbetti

Reddito, sfida già persa contro i soliti furbetti
Egregio direttore, il Mattino ha efficacemente raccontato l’ennesima storia di truffatori che, abusivamente, percepiscono il Reddito di Cittadinanza. Una storia che non...

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Egregio direttore, il Mattino ha efficacemente raccontato l’ennesima storia di truffatori che, abusivamente, percepiscono il Reddito di Cittadinanza. Una storia che non può non farci pensare, anche alla luce del Primo Maggio appena trascorso. La mia domanda è la seguente: «Come è possibile?». Ci sono troppi disonesti in Italia, come asseriscono in tanti? Oppure è l’occasione che fa l’uomo ladro? L’assegnazione del reddito è stata troppo “alla buona”. Ed i controlli, una volta concesso il reddito, sono stati pressoché nulli. Il nostro non è un Paese di mariuoli. Mi rifiuto di credere ciò. Se, però, uno lascia le porte della prigione aperte, è poco probabile che i detenuti non scappino. Lei cosa ne pensa?

dott. Giuseppe Gallo
Napoli

 

Caro Giuseppe, le forme di sostentamento del reddito sono necessarie e presenti in tutti i paesi soprattutto europei dove lo stato sociale è parte costitutiva del sistema pubblico. Il reddito di cittadinanza, a conti fatti, ha permesso di sostenere larghe fette della popolazione durante la crisi da Covid. Quando era stata pensata, però, la pandemia era solo argomento buono per un thriller da serie tv. Sempre a conti fatti si tratta di una misura pensata male. Non tanto per i furbetti che lo hanno percepito senza averne diritto. I controlli hanno funzionato e lo abbiamo raccontato tante volte. Quanto perché si è trasformata in assistenza pura e in un disincentivo a cercare il lavoro soprattutto in quelle aree del paese dove il nero e l’economia di sussistenza sono particolarmente diffusi. Prima di tutto la misura dei cinque stelle avrebbe dovuto camminare insieme a un potenziamento del servizio di incontro fra domanda e offerta di lavoro. Questa seconda gamba della legge, annunciata in pompa magna, è stata accantonata quasi subito. In secondo luogo avrebbero dovuto essere più stringenti le regole di soppressione del sussidio per chi rifiutava un offerta di lavoro. Il reddito non va cancellato, va reso più funzionale al suo compito: sostegno a chi sta cercando o viene aiutato a cercare davvero un lavoro. 

Federico Monga

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Il Mattino