La poesia di Primo Levi ​va imparata a memoria

La poesia di Primo Levi va imparata a memoria
Gentile Direttore, le statistiche ci dicono che i negazionisti della Shoah sono aumentati: 20 anni fa erano il 5%, ora il 15%,...

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Gentile Direttore,


le statistiche ci dicono che i negazionisti della Shoah sono aumentati: 20 anni fa erano il 5%, ora il 15%, soprattutto, perché i testimoni diretti dei lager nazisti di anno in anno si riducono. La tradizione orale è insostituibile, rimane lezione vivente per tutti. Assistiamo a vergognosi ed impuniti casi di antisemitismo. Io penso che per contrastare negazionismo, razzismo e intolleranza, oltre la Giornata della Memoria che si celebra oggi, occorra che i giovani abbiano conoscenza approfondita dei fatti storici. La Giornata della Memoria, senza una presa di coscienza diffusa, rischia di diventare retorica. Spetta ai media e alla scuola formare le giovani generazioni per comprendere le vicende del secolo scorso e l’Olocausto per rifiutare ogni forma di razzismo. 

Domenico Mattia Testa
Itri (Latina)

 

 

Caro Domenico,
le rispondo con la poesia posta in apertura di «Se questo è un uomo», il capolavoro di Primo Levi. Il modo migliore per celebrare la Giornata della Memoria, perdoni il bisticcio di parole, sarebbe che tutti i cittadini europei imparassero questo testo a memoria.

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Federico Monga

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Il Mattino