La “Spigolatrice” ​e la statua brutta

La “Spigolatrice” e la statua brutta
Gentile direttore, alla notizia della statua dedicata alla Spigolatrice di Sapri verrebbe voglia di restare perplessi e “in attesa delle motivazioni”, come in quei...

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Gentile direttore,
alla notizia della statua dedicata alla Spigolatrice di Sapri verrebbe voglia di restare perplessi e “in attesa delle motivazioni”, come in quei casi di particolari sentenze, apparentemente ottuse. In effetti le motivazioni ci sono e appaiono sconfortanti, se si pensa che la stessa “ratio” può ben essere generalizzata in tante altre vicende, che fanno pensare che il materiale umano stia diventando sempre più scadente. Ben altre vicende nel mondo lasciano questa preoccupante impressione. Qui gli effetti sono certo poco dannosi, ma è la mancanza di buon senso che spaventa. Concordo nel giudicare come offensivo, volgare, inopportuno e anche ridicolo, dedicare questo tipo di rappresentazione al personaggio della Spigolatrice. E concordo in parte anche con l’autore dell’opera artistica, che ha dichiarato: «Se fosse stato per me – scrive su Facebook – avrei fatto una figura completamente nuda». Forse ricorrendo a forme ed eclettiche bravure si sarebbe realizzato qualcosa di “audace” e magari più accettabile. Buon senso permettendo.

Giacomo Della Guardia
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Caro Giacomo, 


la polemica sulla nuova statua della Spigolatrice di Sapri mi sembra un copione perfetto per una commedia di e con il grandissimo Alberto Sordi. C’è tutto dentro: la storia d’Italia bistrattata come una favoletta, uno scultore di provincia che filosofeggia su Facebook; un sindaco di paese che un po’ si tira indietro, un po’ si arrampica sui vetri e un po’ attacca mischiando (non si capisce perché) la difesa del manufatto con accuse contro chi gli dà del sessista ricordandole che ha votato per Ruby; c’è poi il senatore locale che ha commissionato e pagato l’opera sperando, credo, di raccattare qualche voto: c’è l’ex premier neocapo del partito arrivato per l’inaugurazione, la statua che avrebbe dovuto rappresentare una contadina eroina del Risorgimento e invece sculetta, ammicca e assomiglia più a una velina de no altri o addirittura alla Ruby stessa. Mi pare una comica. Però, a volte non c’è nulla di più serio del comico, benché involontario. Una cosa è certa però: di arte non si può parlare. Perché si può discutere fin che si vuole se il messaggio sia sessista o meno ma certo siamo tutti d’accordo (scultore escluso ovviamente) che quella statua sia, prima di tutto, brutta. 

Federico Monga

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Il Mattino