Gentile Direttore, sono molto irritato e offeso per la scriteriata e paradossale proposta che arriva da Bruxelles: autorizzare nell’ambito della produzione di vino, l’eliminazione totale o parziale dell’alcol. Mi dispiace per i nostri pregiati vini che vengono richiesti da tutto il mondo e vengono serviti nei ristoranti d’èlite. Non condivido assolutamente la nuova PAC (Politica agricola comune), che dà via libera a vini senza alcol e allungati con acqua. Il povero Bacco si starà rivoltando nella bara per questa mistura. Ricordiamoci che un buon bicchiere di vino rosso(originale) porta benefici sia per il cuore che per il cervello, diminuendo il rischio di attacco cardiaco e di ictus. Riflettano i nostri soloni dell’Unione Europea!

Franco Petraglia
Cervinara (Avellino)

Caro Franco, il vino analcolico è come la pasta senza grano, gli stadi di calcio senza pubblico, il Natale senza il presepe, il ragù senza la pummarola, la befana senza la scopa, la sigaretta senza tabacco, la mortadella senza il grasso, il Teatro San Carlo senza il maestro Muti, il Napoli degli anni Ottanta senza Maradona, i Rolling Stones senza Mick Jagger, Paolo nell’Inferno di Dante senza Francesca, il panettone senza i canditi, l’hamburger di Mc Donald’s senza le patatine fritte, il Palio di Siena senza gli accordi sottobanco tra le contrade, il Processo del Lunedì senza Aldo Biscardi, il pranzo della domenica senza la mamma, l’albero di Ungaretti senza le foglie, il generale di De Gregori senza la collina, un quadro di Fontana senza i tagli, il film C’era una volta in America senza Robert De Niro, la frittura di pesce senza i calamari, la Coca Cola senza le bolle, l’avventura di Asterix senza Obelix, Biancaneve senza i sette nani, l’Amleto senza il teschio, il caffé espresso senza la tazzina bollente, il suono di un Harley Davidson senza un cilindro, Stanlio senza Olio. Semplicemente non è.

Federico Monga