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Arrivano oltreoceano, fino a Panama, le ricerche del patrimonio milionario di Gina Lollobrigida, morta a 95 anni, a Roma, il 16 gennaio scorso. Da quella data è partita la "caccia al tesoro" da parte del figlio della star internazionale del cinema, Andrea Milko Skofic, convinto che il manager e factotum di sua madre, Andrea Piazzolla, possa aver fatto sparire una bella fetta dei soldi dell'attrice, approfittando della fiducia incondizionata che lei aveva riposto nel 35enne, tanto da farlo vivere nella sua villa sull'Appia Antica già dal 2015. Ebbene, da un'inchiesta de "L'Espresso" emerge che, poco meno di un anno prima, ossia il 6 marzo del 2014, fu aperta una società panamense, tuttora attiva, di cui sarebbe beneficiaria la Lollobrigida. La "Bewick International Inc" è una delle oltre 214mila società offshore contenute nei "Panama Papers", ossia i documenti confidenziali creati dallo studio legale di Mossack Fonseca.
Gina Lollobrigida, il tesoro di Panama
I MISTERI Gli azionisti della Bewick sono misteriosi. Nel paradiso fiscale dell'America centrale, infatti, è possibile aprire società anonime - intestate a fiduciari - che si possono liberamente rimpinguare di denaro, svuotare o trasferire ad altri (con tutti i beni in pancia) senza lasciare tracce. Per identificarne il reale beneficiario, l'atto decisivo è la cosiddetta procura: il mandato a gestire i soldi della società. Nel caso della Bewick è proprio «Luigia Gina Lollobrigida», il nome anagrafico della diva, la prima persona ad essere stata autorizzata, già il 20 marzo 2014, ad «aprire un conto alla banca Safra nel Principato di Monaco», con «pieni poteri di gestire tutti i fondi».
I DUBBI I legali di Andrea Milko Skofic sospettano che la società offshore panamense sia stata aperta nel 2014 dal tuttofare della diva, convincendola a firmare delle carte di cui lei non aveva contezza. Piazzolla, infatti, è già a processo per circonvenzione di incapace (anche se ha sempre respinto l'accusa di aver raggirato l'attrice). Le indagini difensive del figlio della Lollo mirano a capire se nella Bewick siano rimasti dei soldi, o se sia una scatola vuota. Fatto sta che i 3,9 milioni di euro ricavati dalla vendita, in un'asta a Londra, dei gioielli della protagonista di "Pane, amore e fantasia", dopo essere stati depositati in banca a Montecarlo, «furono trasferiti il 28 luglio 2013 in un paradiso fiscale - ha spiegato l'avvocato Gentiloni - ma le autorità monegasche, nelle risposte alle rogatorie inviate dai giudici italiani, non hanno comunicato il nome della società beneficiaria».
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Il Mattino