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Siamo spesso abituati a sentir parlare di relazioni o rapporti tossici, termine con il quale intendiamo quel tipo di frequentazioni difficili e complesse dal punto di vista comportamentale e psicologico che possono essere sentimentali oppure di amicizia, le quali sfociano spesso in atteggiamenti che possono recare danni ad uno degli individui che ne diviene vittima.
Al contrario, con meno frequenza, si parla di rapporti tossici all’interno della famiglia. Psicologi e psicoterapeuti riferendosi ad atteggiamenti non corretti nel nucleo familiare, utilizzano l’enunciato «famiglia disfunzionale» intenso come luogo in cui prendono vita comportamenti ed azioni che non fanno bene ai componenti della famiglia e in particolar modo ai figli, più fragili e spesso strettamente dipendenti dai genitori. Ed è proprio del rapporto tra genitori e figli che ci occuperemo in questo articolo cercando, in maniera sintetica, di delineare le caratteristiche principali della famiglia disfunzionale e gli atteggiamenti che i genitori assumono in determinate circostanze nei confronti dei figli e quale ruolo giocano le tecnologie di oggi in tali rapporti.
Ma partiamo dal principio: cosa si intende per famiglia disfunzionale?
Lo psicologo clinico Andrea Ferrazza, nonché digital marketing manager di Psicologo4u, una piattaforma online presente anche sul social Instagram che offre consulenza psicologica, spiega «Solitamente oggi si sente parlare di famiglia tossica, termine quest’ultimo non propriamente adatto. Potremmo dire che la famiglia disfunzionale è quel tipo di famiglia che spesso non è in grado di aiutare tutti i membri che ne fanno parte e che non lascia agli stessi la possibilità di esprimersi liberamente. Ci sono famiglie che non lasciano liberi i propri figli, così come altre che concedono eccessiva libertà. Le caratteristiche della famiglia disfunzionale sono tante e non sono sempre presenti nello stesso modo e con la stessa frequenza in tutte le famiglie così definite. Una su tutte si presenta, come abbiamo detto, quando il supporto dei genitori verso i figli è troppo assente o troppo presente».
Esistono, dunque, diverse caratteristiche che definiscono una famiglia disfunzionale come ad esempio casi in cui l’autorità genitoriale viene distorta e confusa con una vera e propria autorevolezza del genitore nei confronti del figlio, il cui comportamento sfocia in atteggiamenti di rabbia, aggressività, estremo controllo e, nei casi più gravi, violenza fisica e psicologica anche in età non adolescenziale. Queste tipologie di comportamenti, pertanto, possono portare a rapporti genitori-figli spesso compromessi e poco solidi oltre alla conseguente difficoltà psicologica da parte dei figli di gestire ed affrontare la vita di famiglia.
Dunque, si possono avere genitori egoisti, genitori narcisisti oppure, come spiega il dottor Ferrazza, genitori troppo permessivi o troppo accondiscendenti. Nel caso di genitori eccessivamente accondiscendenti il rischio è quello di crescere dei figli che «imparando da soli pensano che non ci sia mai nessuno che possa aiutarli e supportali, creando difficoltà a relazionarsi con il mondo e con gli altri» afferma lo psicologo clinico Andrea Ferrazza. Dall’altro canto una famiglia troppo presente può generare da parte dei figli poca autostima e difficoltà ad affrontare le sfide di ogni giorno trascinando questo problema fino all’età adulta.
Si può dunque considerare il gap generazionale, legato soprattutto all’utilizzo dei social, come una delle problematiche più importanti che chi è genitori oggi deve affrontare. Viviamo in un mondo in cui la comunicazione, il tenersi costantemente in contatto con gli altri è diventato di fondamentale importanza e ciò può chiaramente creare, all’interno del complesso contesto famigliare, una frattura tra genitori e figli. Questi ultimi il più delle volte si sentono incompresi e trovano nella tecnologia una valvola di sfogo dai problemi famigliari la quale però può anche diventare strumento per l’incomunicabilità e l’isolamento. D’altro canto i genitori, non conoscendo spesso le dinamiche più profonde del mondo social, finiscono per trattare l’isolamento dei figli con superficialità o, al contrario, con eccessivo controllo. È bene precisa che le potenzialità di questo nuovo mondo digitale non si riflettono solo attraverso gli aspetti negativi. Infatti, le nuove tecnologie però possono essere anche un modo per creare momenti associativi all’interno della famiglia o per distrarsi da problematiche famigliari importanti. Lo psicologo Andrea Ferrazza afferma «adesso con i social è possibile evadere e si possono creare mondi paralleli che aiutano a distrarsi. Non è necessariamente un aspetto negativo». Tra le famiglie disfunzionali troviamo anche quelle famiglie in cui il malessere e le problematiche si sviluppano a causa della dipendenza da droghe o l’abuso di alcolici da parte di uno dei due genitori o entrambi. A tal proposito lo psicologo Ferrazza spiega «In questo caso il rischio è di apprendere schemi di comportamento sbagliati con la creazione di traumi».
In conclusione, il rischio più importante qualsiasi caratteristica abbia una famiglia definita disfunzionale rimane quello dell’emulazione, ovvero l’alta probabilità che un individuo cresciuto in un ambiente malsano e poco accogliente possa portare nella sua famiglia del futuro o nella sua quotidianità i lasciti di ciò che ha vissuto.
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