NEW YORK - Alla scoperta dell’America, alla conquista di New York. Gino Sorbillo sbarca nel cuore di Manhattan, tra Little Italy e Lower East Side, al 334 di Bowery Street....
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Di lì in poi la serata è tutta in discesa. Abbracci, risate, ma anche veri e propri momenti culturali con il padrone di casa, accompagnato dal brillante fratello Totò, che con fare leggero ma esperto racconta e descrive con minuzia di particolari storici, al primo cittadino della Grande Mela, di sfumature colorate e soprattutto saporite.
Un esempio? La “pizza a portafoglio” o “a libretto”. E ancora: la pizza si mangia con le posate o con le mani? De Blasio, già amico della famiglia Sorbillo, non si perde in chiacchiere e tiene subito testa alla carica mediatica del pizzaiolo napoletano più famoso del pianeta. Afferra un bel trancio di margherita e sorride alle decine di telecamere accorse sul posto da ogni angolo della città.
Un vero e proprio bagno di folla. Ma non solo. L’interesse dei giganti televisivi è palpabile e non ce n’è uno che manchi all’appello. Ma Gino resta ben piantato con i piedi per terra e si racconta così, in questa video intervista che anticipa con parole di grande umiltà, a loro volta infarcite di quella passione napoletana di cui è diventato oramai ambasciatore nel mondo.
«Sono soltanto un pizzaiolo di strada. Capace però di arrivare al cuore delle persone. Qui non si tratta soltanto di pizza: è anche un messaggio sociale, di apertura, di conoscenza, di identità».
Il Mattino