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Prosegue il giallo intorno alle condizioni di salute di Sergei Shoigu, ministro della Difesa russo e (ex) fedelissimo di Vladimir Putin. Dopo essere scomparso dai radar per circa due settimane, il politico è riapparso in alcune videoconferenze dei consiglieri del presidente russo, ma le immagini trasmesse dai media del Cremlino non hanno messo a tacere le voci. Secondo Leonid Nevzlin, ex magnate del petrolio costretto a lasciare la Russia proprio da Putin, Shoigu avrebbe avuto un «potente infarto non imputabile a cause naturali».
Shoigu, le rivelazioni del petroliere epurato da Putin
Secondo quanto riporta il Daily Mail, che a sua volta cita fonti russe, l'ex petroliere alluderebbe a un tentativo di omicidio di Shoigu da parte del presidente. «Ormai il ministro della Difesa è fuori dai giochi - ha dichiarato Nevzlin - e se sopravvive potrebbe essere esautorato».
Shoigu, ministro della Difesa dal 2012 e storico alleato di Putin (con cui condivide anche un rapporto di amicizia), sarebbe stato il primo a pagare per il mancato successo nella «guerra lampo» progettata in Ucraina. Secondo diversi rapporti d'intelligence occidentali, il presidente russo sarebbe diventato sempre più sospettoso nei confronti dei suoi generali, dando vita a delle vere e proprie purghe nei ranghi più alti dell'esercito.
Chi è Nevzlin
Leonid Nevzlin, uomo d'affari russo di origini ebraiche, è uno dei massimi dirigenti della compagnia petroliferia Jukos costretti a scappare dal paese dopo che, con l'ascesa al potere di Putin, nel 2003 l'azienda fu espropriata dallo stato. Nel 2008 è stato condannato all'ergastolo in contumacia. Alcuni giorni fa Nevzlin ha dichiarato di essere pronto a rinunciare alla cittadinanza russa e che «tutto ciò che tocca Putin muore».
Il Mattino