Dazi, Marchionne: «Capisco Trump, non è la fine del mondo. Distinguere tra situazioni molto differenti»

Sergio Marchionne, amministratore delegato di FCA, durante la consegna di una Jeep Wrangler all'Arma dei Carabinieri al Comando Generale dei Carabinieri a Roma
ROMA - «È un problema che si può gestire», dice della guerra dei dazi Marchionne. «Tutto si può gestire». Ed anche se «il fatto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA - «È un problema che si può gestire», dice della guerra dei dazi Marchionne. «Tutto si può gestire». Ed anche se «il fatto che si sia scatenato il pandemonio a livello internazionale non è una cosa positiva, la gente ha paura, bisogna fare chiarezza sulle scelte che sono possibili da fare». Anche perché oggi c’è un tema di squilibri nei rapporti commerciali e «l’obiettivo sarà un altro, credo che alla fine sarà il fatto di poter ricucire, che ci sarà una base su cui ricostruire un equilibrio diverso da quello di adesso». L’Ad di Fca si è soffermato in particolare sulle differente situazione italiana: «Bisogna togliersi dal pentolone dell’Europa», avverte, «L’Italia è diversa dalla Germania». Le scelte del presidente Usa? «Cerchiamo di non metterci nelle scarpe della presente Trump e di non cercare di interpretare la sua strategia». E bisogna fare attenzione, dice Marchionne, a distinguere tra «situazioni completamente differenti.


L’Italia e la Francia hanno un flusso di auto verso gli Stati Uniti completamente diverso. Sono cose completamente differenti. Parlare dell’Europa in senso collettivo è sbagliato, bisogna stare molto molto attenti a capire che tipo di accordi vengono stabiliti tra Stati Uniti e Paesi europei». E aggiunge: è una questione «come l’insalata. Bisogna togliere una foglia per volta e abbiamo appena cominciato ad aprirla. Io non sono pronto a dichiarare la fine del mondo. Non è qui». «Noi - dice ancora Marchionne, a margine della consegna all’Arma dei Carabinieri di una Jeep Wrangler da utilizzare per il servizio in spiaggia - abbiamo un rapporto estremamente esplicito e aperto con la Casa Bianca. Lo abbiamo stabilito da un anno e mezzo. È gente che conosciamo bene: il discorso di come andrà a finire la battaglia dei dazi è sul tavolo, bisognerà capire, bisognerà stare molto attenti nelle risposte. Stiamo attenti». La situazione specifica del gruppo Fca «con tre milioni di veicoli prodotti in Nord America» è diversa da altri produttori automobilistici.


L’ auto consegnata ai Carabinieri è prodotta negli Stati Uniti, mentre «a Melfi facciamo 110mila Renegade» per il mercato americano. E «bisogna vedere un pò i flussi», ed anche «quante Ferrari mandiamo». Mentre «la gamma Jeep prodotta in Italia si allargherà ed andrà ad alimentare questi flussi», rileva ancora Marchionne. Che ribadisce: la questione dazi «è una cosa da gestire. Quello che è vero è che la Germania ha beneficiato più di tutti negli scambi commerciali. Bisogna guardare i numeri, il resto non conta». Ed anche «la possibilità di usare il Nafta come base produttiva per esportare è un discorso aperto con Trump e bisogna finirlo in una maniera molto chiara: Non mi azzarderei a fare pronostici, un mese e vedremo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino