ROMA - «È un problema che si può gestire», dice della guerra dei dazi Marchionne. «Tutto si può gestire». Ed anche se «il fatto...
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L’Italia e la Francia hanno un flusso di auto verso gli Stati Uniti completamente diverso. Sono cose completamente differenti. Parlare dell’Europa in senso collettivo è sbagliato, bisogna stare molto molto attenti a capire che tipo di accordi vengono stabiliti tra Stati Uniti e Paesi europei». E aggiunge: è una questione «come l’insalata. Bisogna togliere una foglia per volta e abbiamo appena cominciato ad aprirla. Io non sono pronto a dichiarare la fine del mondo. Non è qui». «Noi - dice ancora Marchionne, a margine della consegna all’Arma dei Carabinieri di una Jeep Wrangler da utilizzare per il servizio in spiaggia - abbiamo un rapporto estremamente esplicito e aperto con la Casa Bianca. Lo abbiamo stabilito da un anno e mezzo. È gente che conosciamo bene: il discorso di come andrà a finire la battaglia dei dazi è sul tavolo, bisognerà capire, bisognerà stare molto attenti nelle risposte. Stiamo attenti». La situazione specifica del gruppo Fca «con tre milioni di veicoli prodotti in Nord America» è diversa da altri produttori automobilistici.
L’ auto consegnata ai Carabinieri è prodotta negli Stati Uniti, mentre «a Melfi facciamo 110mila Renegade» per il mercato americano. E «bisogna vedere un pò i flussi», ed anche «quante Ferrari mandiamo». Mentre «la gamma Jeep prodotta in Italia si allargherà ed andrà ad alimentare questi flussi», rileva ancora Marchionne. Che ribadisce: la questione dazi «è una cosa da gestire. Quello che è vero è che la Germania ha beneficiato più di tutti negli scambi commerciali. Bisogna guardare i numeri, il resto non conta». Ed anche «la possibilità di usare il Nafta come base produttiva per esportare è un discorso aperto con Trump e bisogna finirlo in una maniera molto chiara: Non mi azzarderei a fare pronostici, un mese e vedremo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino