Enyaq, cura maniacale nei dettagli ed efficienza aerodinamica al top. Ecco i segreti dell'elettrica Skoda

La Skoda Enyaq in versione Sportline
Quando, nel 2017, il 53enne Oliver Stefani venne nominato responsabile dello stile di Skoda, l’allora Ceo dell’azienda boema di proprietà Volkswagen, Bernhard...

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Quando, nel 2017, il 53enne Oliver Stefani venne nominato responsabile dello stile di Skoda, l’allora Ceo dell’azienda boema di proprietà Volkswagen, Bernhard Maier (poi sostituito da Thomas Schäfer) pronunciò queste parole: “Con il suo grande potenziale creativo, Stefani ci condurrà nell’era della digitalizzazione e dell’elettrificazione dei veicoli”. Sapeva bene, Maier, quanta esperienza sul campo avesse accumulato il designer tedesco, avendo firmato tra l’altro i rivoluzionari concept ID destinati a traghettare il Gruppo VW verso la mobilità elettrica.

Quella fiducia fu ben riposta, visto il lavoro portato a termine per la nuova Enyaq iV, prima Skoda a emissioni zero della storia: un’auto per la quale non è bastato investire risorse sulla tecnologia full electric: grande attenzione è stata infatti dedicata anche ad altri aspetti, in testa l’ottimizzazione dell’aerodinamica. Una buona penetrazione è infatti garanzia di buona efficienza, e per un SUV ottenere certi risultati non è certo facile come per un’auto coupé.

La cura dello stile, con attenzione maniacale ai dettagli, è dunque una delle qualità salienti di questa nuova auto, che nonostante le forme tipiche di un SUV può vantare un Cx di 0,27, ovvero un coefficiente di penetrazione aerodinamica degno di una sportiva a due posti. Contribuiscono a ridurre la resistenza all’avanzamento il design della carrozzeria, in particolare del frontale, le paratie a controllo automatico e il design specifico dei cerchi ruota, che da soli sono responsabili di circa il 25% della resistenza totale all’avanzamento. La turbolenza, inoltre, è ridotta grazie all’andamento del tetto, alla forma degli specchietti retrovisori (collocati sulle portiere e non in corrispondenza del montante anteriore) e al fondo piatto che si raccorda al diffusore posteriore.

Per comprendere quanto scrupoloso sia stato il lavoro alla ricerca del miglior compromesso possibile tra gusto estetico ed efficienza, vale la pena sottolineare anche che la presa d’aria centrale anteriore è gestita da una paratia automatica che si apre e si chiude in base all’effettiva necessità di raffreddamento del powertrain elettrico, della batteria e del sistema di climatizzazione. Quando la paratia è chiusa, l’efficienza aerodinamica aumenta e l’autonomia reale dell’auto può crescere fino a 7 km.

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Il Mattino