Formula E, futuro incerto per i protagonisti cinesi

Due ragazze e un selfie in un ePrix
NEW YORK – La Cina in Formula E suscita qualche “preoccupazione”. Da una parte ci sono i problemi finanziari di Faraday Future, la start-up americana controllata...

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NEW YORK – La Cina in Formula E suscita qualche “preoccupazione”. Da una parte ci sono i problemi finanziari di Faraday Future, la start-up americana controllata da LeEco che fa riferimento al miliardario del Regno di Mezzo Jia Yueting, e dall'altra ci potrebbero essere le scelte di NextEv Nio, altro emergente brand impegnato nella produzione di modelli a zero emissioni ad alte prestazioni.

 

Faraday Future, che sostiene gli sforzi del team americano Dragon Racing, ha dovuto rinunciare al faraonico progetto della fabbrica da un miliardo di dollari e da 13.000 dipendenti al nord da Las Vegas. L'operazione è saltata a causa di criticità economiche ed il futuro impegno nel campionato elettrico non è scontato. I piloti attualmente sotto contratto il belga Jerome D'Ambrosio (già confermato dalla scuderia anche per la prossima stagione) ed il francese Loic Duval.

Anche se manca l'ufficialità, NextEv Nio dovrebbe continuare a schierare Nelson Piquet Jr e Oliver Turvey anche nel campionato che parte il prossimo dicembre da Hong Kong. Dopo aver avvicendato gran parte del team all'inizio della stagione (sono “sopravvissuti” appena 3 collaboratori) i risultati non sono arrivati: quest'anno il brasiliano, vincitore del primo titolo iridato, ha come miglior piazzamento il quarto posto di Monaco.

Gerry Highes, numero uno della scuderia, ha dichiarato che il team ha bisogno di stabilità. La conferma dei contratti con i due piloti non è stata ancora comunicata, ma considerando i molti avvicendamenti fra il personale ai box sembra scontato che il riferimento alla stabilità riguardi i due piloti. La domanda è se soprattutto Piquet possa ancora accontentarsi di gareggiare solo per i piazzamenti. Quello che probabilmente cambierà ancora è il nome della squadra, con una maggiore “valorizzazione” di Nio.
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Il Mattino