Il caso motori-Ferrari è servito, la FIA prova a chiudere i "buchi" regolamentari

La Ferrari di Vettel
La FIA chiude altri "buchi" nel regolamento dei motori di Formula 1: sono stata emesse nuove direttive che riguardano il recupero dell'energia e il consumo di olio....

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La FIA chiude altri "buchi" nel regolamento dei motori di Formula 1: sono stata emesse nuove direttive che riguardano il recupero dell'energia e il consumo di olio. Potrebbero essere le prime mosse frutto dell'accordo privato con la Ferrari dopo le analisi sul propulsore 2019, fonte di molti sospetti fra gli avversari. "La FIA e la Scuderia Ferrari hanno concordato una serie di impegni tecnici che miglioreranno il controllo di tutte le power unit di F1 per i prossimi campionati", era uno dei passaggi del comunicato di fine febbraio.


La direttiva 0018/20, indica l'introduzione di un sensore aggiornato per monitorare la distribuzione dell'energia accumulata dal sistema ibrido: la versione modificata verrà inizialmente montata sulle vetture della stessa Ferrari, della Mercedes e della Red Bull, in quanto primi tre team classificati nello scorso campionato, e poi anche sul resto delle monoposto non appena disponibile. Con la direttiva 0019/20, invece, la Federazione vuole assicurarsi che venga rispettato il nuovo limite sul consumo di olio di 0.3 litri ogni 100 km, e soprattutto che il lubrificante non venga utilizzato come additivo per la combustione. I delegati tecnici avranno il diritto, se ritenuto necessario, di applicare controlli più severi e di "sigillare" le componenti prima che le auto scendano in pista.

Se davvero gli uomini FIA avessero agito sulle indicazioni ricevute da Maranello, è improbabile che la Ferrari non sia già allineata all'oggetto di queste direttive. Anche perché sul finire del 2019 i dubbi della concorrenza sembravano legati a possibili "trucchi" per aggirare la portata del flussometro, che avrebbe consentito un maggiore utilizzo di carburante e quindi più cavalli alle vetture di Sebastian Vettel e Charles Leclerc. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino