Lego, un giocattolo da museo: ecco l’arte di costruire capolavori con i mattoncini

Una Land Rover Discovery all'interno di un villaggio a grandezza naturale costruito con i mattoncini Lego
ROMA - «Voglio elevare questo semplice giocattolo ad un ruolo che non ha mai occupato prima». Lo ha detto l’artista statunitense Nathan Sawaya, lo scultore che...

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ROMA - «Voglio elevare questo semplice giocattolo ad un ruolo che non ha mai occupato prima». Lo ha detto l’artista statunitense Nathan Sawaya, lo scultore che ha preso i mattoncini Lego ed è riuscito a portarli nei musei, tanto che la CNN ha giudicato “The art of the Brick” una delle 10 mostre da vedere. E, dopo essere passata da New York, Los Angeles, Melbourne, Shanghai, Londra e Singapore, The art of the Brick è arrivata anche in Italia e, passando per Milano, è arrivata anche a Roma lo scorso anno e, a grande richiesta vi è tornata per rimanerci fino al 26 marzo presso l’Auditorium Parco della Musica. Sono oltre 70 opere che vanno dalla semplice figura umana alla “Gioconda” di Leonardo da Vinci, dalla “Ragazza con l’orecchino di perla” di Jan Vermeer all’“Urlo” di Edvard Munch.


I mattoncini che imitando la realtà, nelle mani di Sawaya imitano la suprema imitazione della realtà che è l’arte creando altra arte. Ci sono anche “Il bacio” di Gustav Klimt, un tirannosauro da 80mila pezzi, il “Cielo stellato” di Vincent van Gogh, antiche statue del periodo greco e romano o gli enigmatici Moai dell’Isola di Pasqua fino alla famosa “Raising the Flag on Iwo Jima”, la famosa foto scattata da Joe Rosenthal nel 1944. La scoperta del 42enne ex avvocato di Washington è che giocattolo, anzi un gioco, può diventare più forme d’arte. Roma ha ospitato fino al 5 febbraio anche un altro evento legato ai mattoncini Lego. All’ex caserma di via Guido Reni c’era infatti la città di Lego più grande mai realizzata: ben 7 milioni di pezzi su di un plastico di circa 70 metri quadri.

A dire il vero, parlare di città è molto riduttivo perché oltre a palazzi, strade, parchi, folle di pupazzetti e ingorghi di automobiline e biciclette, ci sono cantieri pieni di camion, gru e ruspe. E poi parchi dei divertimenti, fabbriche, aziende agricole, treni superveloci e metropolitane su monorotaia, aeroporti, porti, stazioni e persino montagne, foreste verdeggianti e in fiamme mentre i vigili del fuoco tentano di spegnere l’incendio e persino laghi, fiumi e il mare rappresentato come uno spaccato dove si possono distinguere tutte le creature marine e la vegetazione che vive negli abissi. E poi, come in ogni luogo della fantasia che si rispetti, ci sono anche i superoi: Batman, Flash, Capitan America e Hulk. Mai i veri superoi e artisti sono quelli che hanno allestito tutto questo in un anno con la passione di bambino. «Ma come avranno fatto a montarlo?» Parola di bambino.

 

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Il Mattino