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TORINO - A marzo in Unione Europea, Paesi Efta e Regno Unito - secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei - sono state vendute 1.387.924 auto, il 62,7% in più dello stesso mese del 2020, il primo della pandemia. Rispetto a marzo 2019 si registra invece un calo del 21,6%. Nel primo trimestre le immatricolazioni sono 3.080.751, lo 0,9% in più dello stesso periodo dell’anno scorso e il 25,6% in meno di quello del 2019. Il gruppo Stellantis ha venduto a marzo in Europa più Paesi Efta e Regno Unito 292.149 auto, il 140,9% dello stesso mese del 2020. La quota è pari al 21% rispetto al 14,2%. Nel primo trimestre le immatricolazioni sono 669.676, il 7,4% in più dell’analogo periodo dell’anno scorso, con la quota che passa dal 20,4% al 21,7%. I dati diffusi oggi da Acea mostrano che l’Italia chiude il trimestre 2021 sullo stesso periodo del 2019 con un pesante calo del -16,9%, ma nel confronto con gli altri quattro major markets (Germania, Francia, UK e Spagna hanno chiuso a -30,2% in media) la riduzione appare più limitata.
Ma questo risultato - sottolinea l’Unrae, l’associazione dei costruttori esteri - è dovuto «unicamente grazie agli incentivi per i veicoli della fascia 61-135 g/km CO2, che ha raggiunto una quota del 64% delle immatricolazioni, erodendo le fasce di emissione superiori a tutto vantaggio per l’ambiente, e ha fatto da traino al mercato italiano, che conquista la seconda posizione in Europa».
Il parco circolante in Italia al 31 dicembre 2020, secondo le ultime stime Unrae, contava 38.620.000 vetture, il 28% delle quali con motori ante Euro 4 e con più di 15 anni di età. I dati europei mostrano, inoltre, sottolinea l’associazione, un evidente ritardo del nostro Paese nella diffusione degli ECV, penalizzati dalla nota carenza delle infrastrutture di ricarica. Nel trimestre le immatricolazioni di veicoli elettrici hanno raggiunto quota 6,6%, ben lontana dal 16% degli altri major markets nonostante il miglioramento registrato a marzo (8,8% rispetto al 16,6%). Il quadro è a nostro vantaggio - conclude l’Unrae - solo per quanto riguarda le auto ibride (HEV), con una quota del 26,8% nel trimestre contro il 18,9% degli altri quattro Paesi: un primato raggiunto grazie agli incentivi e all’indipendenza dei veicoli ibridi dalle infrastrutture di ricarica.
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