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VERONA - È la mobilità la protagonista dell’ Automotive Dealer Day in corso in questi giorni a Verona. Non soltanto un incontro del settore automotive, ma qualcosa di ancor più grande, ampio, e che guarda al futuro. Alla Fiera, dove si registra il tutto esaurito e l’afflusso è incessante, si parla di modelli di business, di nuove modalità per muoversi, delle richieste della clientela e delle strategie dei vari brand per accoglierle e farne tesoro. Addirittura c’è chi riesce a trovare nelle pieghe degli anni di pandemia - disastrosi per il settore - degli spunti di riflessione. Ô il caso di Audi, che porta a considerare i reali vantaggi di un mercato saturato dall’offerta negli showroom - come avveniva in precedenza - rispetto a quello attuale, più snello, rispondente alla realtà, dove le auto disponibili sono quelle realmente richieste.
Attenzione però, ammonisce Fabrizio Longo, direttore per l’Italia del marchio dei quattro anelli: nessuno vive di rendita, e per cambiare modello bisogna investire perché i processi industriali devono rispondere alle attuali necessità.
Una grande incognita è l’effetto che sortiranno sul mercato i nuovi player, soprattutto asiatici. Sono già arrivati e continuano a farlo, squadernando dalle fondamenta non soltanto il mercato: con nuovi modelli, spesso a costi contenuti, erodono quote. Ma anche il modo di proporre le vetture, pagando cifre diverse a seconda del reale utilizzo, dei chilometri percorsi, della modalità di guida rappresenta un cambiamento epocale, che arriva in un momento di ‘rivoluzionè tecnologica. E non a caso. In questo solco si inserisce anche la riparazione dei veicoli, con AsConAuto - l’associazione dei consorzi di autoriparatori - che ha varato una nuova metodologia per distribuire i ricambi più velocemente ed evitando i trasbordi. Il risultato? Meno tempo di attesa, minori rischi di rottura, più velocità. E maggior marginalità.
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