Romba ancora il mito Alfa: Nuvolari, Fangio e il “Drake” quando il Biscione prima della Rossa, vinceva Mille Miglia e F1

Tazio Nuvolari al volante di una Afa Romeo
TORINO - Una leggenda in rosso prima della Rossa. L’ Alfa Romeo che vinceva Mille Miglia, Targa Florio e mondiali in Formula 1 con al volante mostri sacri come Tazio...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
TORINO - Una leggenda in rosso prima della Rossa. L’ Alfa Romeo che vinceva Mille Miglia, Targa Florio e mondiali in Formula 1 con al volante mostri sacri come Tazio Nuvolari e Manuel Fangio è stata il mito dei motori prima della Ferrari. Una storia intessuta di trionfi e personaggi indimenticabili, compreso quell’Enzo Ferrari che su un’ Alfa cominciò a correre e che da quella macchina fece nascere la scuderia di Maranello. L’annuncio del suo rientro in F1 dal prossimo anno, quando tornerà a rombare sotto il cofano della Sauber, riapre una pagina di storia delle competizioni che si era chiusa 32 anni fa, almeno nel ruolo di costruttore. Una storia gloriosa iniziata a Milano, che portò il marchio del «biscione» (in realtà una drago, stemma araldico dei Visconti) a vincere le prime due edizioni del Mondiale di F1: nel 1950 con Nino Farina e nel 1951 con l’argentino Fangio, di lì in poi grande campione del circus.

 

I successi dell’Alfa erano ottenuti nonostante partecipasse alle competizioni con fondi molto esigui, usando tecnologia e materiali pre-bellici. Passata sotto il controllo statale negli anni Trenta, nel 1952 l’Iri decise di ritirare la scuderia, non volendo investire denaro pubblico nella progettazione. L’ Alfa Romeo si riaffacciò in F1 nella prima parte degli anni Sessanta come fornitrice di propulsori, motorizzando diverse scuderie: da McLaren a Brabham, da Osella a Ligier. Dal ‘79 all’85 si impegnò ancora come costruttore, ottenendo il miglior risultato nel 1983 con il sesto posto. Ma il mito era già stato scritto, a partire dall’adozione di quel rosso vivo, colore della passione per antonomasia. Il «rosso Alfa» appunto, per distinguerlo dal «rosso Corsa» che avrebbe vestito la Ferrari. Dalla primogenita 24 HP, nel 1911 al via della Targa Florio, alle vincitrici delle Mille Miglia, come la 6C 1750 Gran Sport di Nuvolari del 1930: erano gli anni dell’epos, poi contato da Lucio Dalla in “Nuvolari”: «quando passa Nuvolari, quando corre Nuvolari, la gente aspetta il suo arrivo per ore e ore.... con l’ alfa rossa fa quel che vuole, dentro al fuoco di cento saette».


Fu, quella, l’edizione divenuta famosa per il sorpasso a fari spenti ai danni di Varzi. Ma i modelli vincenti furono anche altri, dalle 8C carrozzate Touring alla Gran Premio 159 “Alfetta 159” campione del mondo di F1 con Fangio. Senza dimenticare che Enzo Ferrari, prima di diventare il papà del Cavallino rampante, iniziò la sua carriera di pilota, nel 1920, proprio alla guida di un’ Alfa. E nel ‘29 venne chiamato a fondare una squadra corse, collegata all’ Alfa Romeo e destinata a diventare celebre come Scuderia Ferrari. Sotto la guida del futuro “Drake”, nacque un team di oltre 40 piloti, tra i quali Antonio Ascari, Giuseppe Campari e lo stesso Nuvolari. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino