OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Futuro campione o grande bluff. Le mezze misure, si sa, in F1 non esistono e dopo quanto accaduto a Imola nel GP dell'Emilia Romagna, più di un osservatore si sta interrogando sulle reali qualità di George Russell. Il pilota inglese del team Williams, da due anni lì parcheggiato dalla Mercedes che lo ha inserito dal 2017 nel suo programma Junior, ha commesso un banalissimo errore nel finale della gara mentre si trovava alle spalle della safety-car. Quando si apprestava a scaldare le gomme, nella discesa che porta alla curva delle Acque Minerali, nel momento in cui ha cambiato marcia ha preso un piccolo dosso e la sua Williams è partita per la tangente andando a sbattere contro le barriere. E' stato un attimo, e Russell nulla ha potuto. Per lui, la vergogna è stata tanta perché picchiare mentre si procede a meno di cento orari non è certo un bel messaggio che si lancia, per di più in mondo visione. Ma si sa, le monoposto di F1 richiedono sempre la massima concentrazione e Russell non è il primo a sbagliare in regime di safety-car e non sarà neanche l'ultimo. Illustri i precedenti, che hanno portato in ghiaia anche un certo Michael Schumacher nel GP di Shanghai del 2005, addirittura tamponato in regime di safety-car a Montecarlo nel 2004 da Juan Pablo Montoya. Mentre più recentemente ricordiamo Romain Grosjean a muro a Baku nel 2017.
Ma Russell non si è dato pace. È arrivato persino a inviare una lettera di scuse alla Williams: il britannico è convinto che evitando l'impatto contro le barriere avrebbe potuto portare a casa uno o due punti.
In soccorso di Russell è giunto anche Bernd Maylander, colui che da anni e anni conduce la safety-car nei Gran Premi di F1: “Il mio compito è quello di tenere un giusto ritmo e una velocità appropriata, quindi non una pre definita andatura massima o minima, ma adeguata alla situazione della pista di quel momento. Entrano in gioco diversi ed opposti fattori per i piloti. Il raffreddamento dei freni e degli pneumatici, ma bisogna stare attenti anche alle temperature dei motori, che non devono salire troppo. E poi, le condizioni dell’asfalto del tracciato, che se bagnato può nascondere molte difficoltà per i piloti che mi seguono. Insomma, non è per niente una passeggiata procedere dietro la safety-car, come invece si potrebbe pensare guardando la tv”.
Il Mattino