Trionfo francese nella maratona asiatica: Despres domina con la Peugeot 2008 DKR

Un passaggio impegnativo sulle dune per la Peugeot 2008 DKR del vintitore della Silk Way Rally 2016 Cyril Despres
PECHINO – Cambiando il numero delle ruote, il risultato non cambia. Cyril Despres, 42enne pilota francese che ha gà vinto 5 volte la Dakar in moto, è la...

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PECHINO – Cambiando il numero delle ruote, il risultato non cambia. Cyril Despres, 42enne pilota francese che ha gà vinto 5 volte la Dakar in moto, è la conferma che la classe non è acqua. Assieme all'andorrano David Castera si è imposto nel Silk Way Rally, il secondo più duro al mondo dopo la Dakar. Solo che questo successo lo ha ottenuto al volante di un'auto, la Peugeot 2008 DKR. “Praticamente abbiamo vinto una speciale su due. Abbiamo acquistato fiducia e ci siamo divertiti. Il team Peugeot Sport ha fatto un lavoro incredibile”, ha commentato al termine della massacrante gara.

 

Il Silk Way Rally è lungo 10.000 chilometri, quelli che separano Mosca da Pechino, che ha celebrato i protagonisti della “maratona” nello stadio olimpico della capitale cinese costruito per i giochi del 2008. Peugeot ha così centrato un significativo trittico portando al successo la stessa vettura a trazione posteriore con due equipaggi diversi: Stéphane Peterhansel e Jaen-Paul Cottret avevano trionfato sia nella Dakar 2016 sia nel China Grand Rally 2015 e adesso Despres nel Silk Way.

Dopo due settimane di gara, Despres e Castrea hanno accumulato un vantaggio di oltre 25 minuti sull'equipaggio che si è piazzato secondo, quello composto da Yazeed Al Rajhi e Timo Gottschalk, che hanno guidato la prima delle quattro vetture Mini All4 Racing con le quali il marchio britannico controllato da Bmw ha monopolizzato la parte altissima della classifica. Vladimir Vasilyev e Konstantin Zhiltsov hanno chiuso terzi, tallonati da Harry Hunt e Andreas Schulz e da Aidyn Rakhimbayev e Anton Nikolaev rispettivamente quarto e quinto.

La coppia saudito-tedesca si è imposta nella quattordicesima frazione, l'ultima “vera”, di 754 chilometri: “Il Silk Way è stato un buon rally – ha spiegato Al Rajhi – Abbiamo appreso molto ed imparato diverse strade nuove. L'auto è affidabile e le sue prestazioni sono state all'altezza, che sono le cose più importanti. È stato un rally molto duro e alcuni stage davvero impegnativi, ma non vedo l'ora di tornarci”.

Il primo dei piloti cinesi, Wei Han, navigato dal francese Jean Pierre Garcin, si è classificato sesto. Senza la durissima penalità (4 ore) inflitta dalla giuria a Sébastien Loeb e Daniel Elena a tre giorni dalla fine per un errore di percorso, forse l'epilogo sarebbe stato diverso. La coppia più vincente del rally ha chiuso al settimo posto con un distacco di 4 ore 2 minuti ed un secondo.


“Abbiamo imparato a guidare con un buon ritmo e capito i nostri errori, nelle dune e nella navigazione, e sono sicuro che non li commetteremo più nella prossima corsa”, ha commentato Loeb (che nel primo week end di agosto tornerà in gara nel WRC in Canada), spiegando che a differenza che nel WRC, il tracciato viene deciso da entrambi. L'altro grande protagonista dei rally, Peterhansel, non è andato oltre al quindicesima posizione: la sua gara per il successo era finita presto, alla quinta tappa. Al via un solo italiano, Pietro Fogliani (Toyota), che ha chiuso al 40° posto assoluto e primo (e unico) fra i solitari.
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Il Mattino