FRANCOFORTE – Suzuki è la nuova “regina” della redditività automobilistica con un margine dell'11,8% nel secondo trimestre del 2018. Lo ha...
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Per entrambe le case il dato è in sensibile miglioramento rispetto allo scorso anno. Suzuki era arrivata al 9,8%, mentre Bmw viaggiava al 10,8%. L'ultimo esercizio, che in Giappone è “sfasato” rispetto all'Europa perché va da aprile a marzo, è stato da record per la casa nipponica. Che ha fatturato 28,9 miliardi pari pari ad una aumento del 18,5% e che ha contabilizzato un utile operativo di 2,9 (+40,3%).
Con queste cifre Suzuki, che aveva scelto di “divorziare” da Volkswagen e che aveva anche dovuto affrontare problemi interni per via di irregolarità nel calcolo delle emissioni, ha potuto permettersi di pianificare investimenti per 1,2 miliardi di euro per l'esercizio in corso. Significa il 4,3% dei ricavi. La casa nipponica beneficia della sua quota di mercato in India, dove supera il 50% e dove lancerà un'auto elettrica (sviluppata sulla base della Wagon R) che produrrà anche per conto di Toyota.
Bmw resta in testa alla classifica sulla redditività che riguarda l'intero primo semestre. Ma in quanto a efficienza evidentemente Suzuki può avere molto da insegnare visto che non opera nel segmento premium e commercializza soprattutto vetture di dimensioni compatte, inclusi i Suv. Toyota è risultato invece il costruttore i maggiori margini in valori assoluti. La politica sui dazi del presidente Donald Trump rischia di mettere alla frusta soprattutto i costruttori tedeschi. Daimler aveva già rivisto al ribasso le proprie stime per il 2018 e nel secondo trimestre la redditività è scesa al 6,5% (era vicina al 9% nel 2017). Leggi l'articolo completo su
Il Mattino