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WASHINGTON «In un certo senso è un momento strano per il Congresso per aggiungere crediti d’imposta a favore dell’industria dell’automotive elettrico». È quanto scrive il Washington Post in una lunga analisi sull’Inflation Reduction Act, il piano da 369 miliardi di dollari approvato ieri dal Senato Usa che contiene diverse misure per agevolare la transizione energetica, concentrandosi in particolare sul settore automobilistico. Le vendite di veicoli elettrici, infatti, vanno aumentando notevolmente e di recente hanno raggiunto picchi record, secondo l’azienda statunitense Cox Automotive. Dal 2019 la General Motors ha venduto 70.000 veicoli plug-in. L’azienda Tesla, i cui prodotti sono più costosi, ha raggiunto un ritmo annuale di quasi un milione di auto vendute in tutto il mondo. Vanno inoltre accumulandosi ordinativi per le versioni elettriche dell’Hummer della Gm, del minivan Volkswagen e per la Mustang della Ford, tra gli altri.
Nonostante questo business «robusto», si legge sul quotidiano americano, il piano approvato dal Senato inietterà 36 miliardi di dollari per incentivare l’acquisto di auto elettriche nei prossimi dieci anni.
In ogni caso, la valutazione delle incentivazioni per le vetture elettriche previste dal piano è complessivamente positiva perché si rivolge a un settore dove si ha la certezza che le risorse saranno effettivamente utilizzate, a differenza di altri. Tant’è vero che GM e altre case automobilistiche hanno dichiarato di avere piani ambiziosi per incrementare le vendite di veicoli elettrici. General Motors, per esempio, sta investendo 15,7 miliardi di dollari per convertire gran parte della sua intera flotta all’elettrico e conta sul sostegno del Congresso.
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