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Vola l’utile della Ferrari che chiude il secondo trimestre «con risultati finanziari eccezionali» e rivede al rialzo le previsioni per il 2023 con ricavi che dovrebbero salire a 5,8 miliardi di euro. Nel pianeta Exor, la holding della famiglia Agnelli, che controlla la casa di Maranello, va bene anche Iveco Group con risultati del trimestre superiori alle attese. La Borsa, in una giornata debole, reagisce in modo diverso: timida sui conti del Cavallino che, dopo una giornata in altalena, cede lo 0,31% a 289 euro, mentre il titolo Iveco svetta a Piazza Affari e registra un nuovo massimo annuo a 9,53 euro in rialzo dell’8,7%. La Rossa ha realizzato ricavi netti pari a 1,47 miliardi di euro, in aumento del 14,1% rispetto all’anno precedente, con 3.392 consegne, sostanzialmente lo stesso numero del secondo trimestre 2022 e in linea con i piani per l’anno. Notevole la crescita delle consegne in Cina (+14%). L’ebitda rettificato è pari a 589 milioni, in crescita del 31,9% rispetto all’anno precedente e l’utile netto rettificato a 334 milioni (+33%).
«Siamo sulla buona strada con la nostra strategia di prodotto e nel viaggio verso la neutralità del carbonio» sottolinea l’amministratore delegato Benedetto Vigna che mette in evidenza il portafoglio di ordini «incredibilmente alto in tutte le aree geografiche».
Siamo ancora più fiduciosi che raggiungeremo robusti risultati a fine anno e, di conseguenza, alziamo ancora una volta le nostre previsioni per il 2023» commenta l’amministratore delegato Gerrit Marx che annuncia un nuovo Capital Markets Day per la prima metà del 2024 mentre prosegue la ricerca del nuovo direttore finanziario. Anche Iveco Group, come Ferrari, alza le sue prospettive finanziarie per il 2023: ebit adjusted consolidato in rialzo, tra 750 e 800 milioni di euro (la stima precedente era tra 600 e 640 milioni di euro), ricavi netti delle attività industriali in rialzo, con un aumento dal 5% all’8% rispetto al 2022 (era dal 3% al 5% rispetto al 2022).
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