È un Natale complicato quello della movida napoletana. Da un lato la voglia di divertirsi con gli amici fino a tarda notte, dall'altro l'esigenza dei residenti di...
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Con le festività natalizie arriva anche una voglia maggiore di uscire e divertirsi. Un'esigenza legittima che in alcune zone di Napoli tocca soglie al limite della ragionevolezza. I festeggiamenti per la Vigilia di Natale ai Baretti di Chiaia iniziano alle 12 e richiamano migliaia di persone che in un budello stretto e con vie di fuga inesistenti può mettere a rischio l'incolumità delle persone. Lo dicono almeno da quattro anni i residenti riuniti nel Comitato Chiaia Viva e Vivibile presieduto da Caterina Rodinò che, anche quest'anno, ha presentato una richiesta di aiuto a questore e prefetto per evitare un disastro. «Ho allegato video e foto dello scorso anno, dove è evidente come la marea umana sia talmente fitta da rappresentare un pericolo. Se un ragazzo spara un trac tra la folla come la mettiamo? Che lezione abbiamo imparato da quanto accaduto in piazza San Carlo a Torino e nella discoteca di Corinaldo?».
Ciò che maggiormente spaventa i residenti è «l'essere esposti a incidenti, con l'aggravante che nessun mezzo di soccorso può intervenire. Siamo sequestrati nelle nostre stesse case, con molti che preferiscono andare via e questo non è giusto, perché è Natale per tutti, non soltanto per i gestori dei baretti». Ciò che non va giù alla presidente Rodinò è che «questa ordinanza non tutela chi vuole divertirsi, ma soltanto i barettari. Per l'amministrazione comunale non è prioritario il diritto all'incolumità fisica, i recenti avvenimenti tragici non hanno insegnato nulla». Rodinò paragona l'evento brunch previsto nei locali di Chiaia a «un evento non dissimile per numero di frequentatori a una serata del PizzaFest. Ebbene, perché non lo spostiamo sul lungomare? È evidente la tutela dei soli gestori». La presidente del Comitato dei residenti insiste che il disagio arrecato è «enorme, e non solo per noi ma anche per tutte le attività commerciali diurne della zona, che non possono lavorare. Chi vorrebbe fare acquisti, infatti, si tiene alla larga da qui, per paura di restare bloccato dalla folla». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino