75 anni dopo lo sbarco degli Alleati ecco cosa cambia tra Usa e Italia

Sono passati 75 anni dallo sbarco degli Alleati in Italia ad oggi. Cosa ha significato quell'incontro per gli Italiani? cosa per gli Americani? Com'è cambiato negli...

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Sono passati 75 anni dallo sbarco degli Alleati in Italia ad oggi. Cosa ha significato quell'incontro per gli Italiani? cosa per gli Americani? Com'è cambiato negli anni il rapporto tra i due paesi? A queste ed altre domande risponde Victoria De Grazia, Docente di Storia Contemporanea presso la Columbia University. La docente sta ripercorrendo le tappe degli alleati 75 anni fa, partendo dalla Sicilia arrivando a Salerno e a Napoli per parlare di un rapporto Italia - Usa che dura dallo sbarco ad oggi. Il seminario «75 anni di relazioni Italia-USA: una prospettiva geopolitica dallo Sbarco a oggi» si è svolto alla Biblioteca Nazionale di Napoli e ha visto la partecipazione di Shawn Baxter, Capo Sezione Stampa e Cultura del Consolato, Francesco Mercurio, Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli Biblioteca Nazionale di Napoli, Paolo Macry, Docente di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e  Nino Daniele, Assessore alla Cultura del Comune di Napoli. L'iniziativa è promossa dal Consolato Americano di Napoli per ricordare l'amicizia che dallo sbarco in poi lega i due popoli ed è stata accompagnata dalla campagna social #sbarcoalleato75. Foto e ricordi hanno accompagnato questi mesi per non dimenticare quanto accadde 75 anni fa.

 
Victoria De Grazia è la figlia di uno dei soldati che parteciparono allo sbarco. Oggi fa il punto su un incontro, quello tra gli americani e gli italiani che portò un grande cambiamento soprattutto nella concezione di cascuno dei due popoli. «Gli americani ritrovarono tante ideologie - spiega - Scoprirono questo mondo nuovo, l'Europa, disfatto, dove c'è un'occupazione, ci sarà una ricostruzione, c'è il problema delle epurazioni, dell'assistenza. Bisognava convincere la gente che gli americani non erano occupanti ma liberatori. Per la prima volta gli americani scoprono di essere egemoni. Nello stesso tempo gli italiani non volevano essere occupati. È lì che hanno scoperto una forza nuova di non voler essere un paese subalterno ma un paese che fa parte dell'Unione Europea, che ha le sue grandi risorse e che è pari a tutti gli altri».


«Il punto di rottura è stato quando il governo degli Stati Uniti ha detto chiaro e tondo di non voler più essere egemoni nel senso classico di essere un modello trainante per tutto il mondo dichiarando interessi nazionalisti da privilegiare. È un discorso molto diverso rispetto al '43 quando gli interessi nazionali combaciavano con quelli internazionali. Trump per esempio fa un discorso molto chiaro scegliendo di rompere in maniera unilaterale gli accordi sull'Iran. Rompe accordi che sono stati fatti con gli altri paesi. È la prima volta che un governo dice di non tenerci più al Patto Atlantico fondato con lo sbarco del '43» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino