«Deponete le armi». E' l'appello del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, nel giorno dell'Immacolata, ai camorristi e ai malavitosi in...
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«A voi tutti, che usate le armi per uccidere io grido, il nome di Dio nostro padre, di deporre le armi. Aprite le vostre mani - invoca - lasciate cadere i coltelli che spargono sangue, morte del lutto, che reclamano vendetta perché l'odio provoca altro odio».
«Gettate le armi, anche in una chiesa se volete, restando nell'anonimato - sottolinea - e riconsegnerete al mondo, alla città e ai vostri cari un presente e un futuro degno del dono della vita».
«Gettate le armi, il loro posto non è nelle vostre mani, ma tra i rifiuti, visto che sono oggetti creati per contrastare la vita. Le armi hanno a che vedere con la morte - conclude - e non con la grazia di Dio che consiste nel vivere in pace e per la pace».
«Ai giovani dico: arrendetevi alla pace, alla giustizia, alla legalità, arrendetevi al bene e alla bellezza della vita, arrendetevi all'amore» ha proseguito il cardinale. «Serate belle, che possono essere trascorse gioiosamente tra amici - dice - sono, per molti giovani, occasione di scontri, liti, accoltellamenti, pistolettate, sangue». «Basta uno sguardo male interpretato e non tollerato - afferma - a suscitare una reazione violenta, scatenando gli istinti peggiori, comportamenti assurdi e bestiali, con il ricorso alle armi.
Chi proprio non vuole arrendersi e continua a delinquere vada via da Napoli: così il sindaco Luigi de Magistris rivolgendosi ai violenti, in merito all'appello lanciato dal cardinale Crescenzio Sepe, in occasione dell'Immacolata, a deporre le armi e a rinunciare alla violenza. «Non solo Napoli deve combattere ancora - ha affermato l'ex pm - Il tema della violenza, delle mafie, della camorra esiste anche in altre realtà e l'appello a deporre le armi è insieme cristiano e laico». «Questa città ha scelto di stare dalla parte giusta attraverso la sua rinascita culturale - ha sottolineato - E' venuto meno anche l'alibi secondo il quale non esistono alternative». «E non penso al camorrista - ha aggiunto - ma a quella manovalanza che diventa forza militare della camorra». «La città è schierata e gli indifferenti diminuiscono - ha concluso - La parte positiva è maggiore di quella negativa che comunque c'è, va contrastata». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino