«A Caivano impianto per compost». Mamme subito in rivolta: basta veleni

Lo Stir di Caivano
«No alla costruzione di un nuovo impianto di biomassa nella zona Asi di Pascarola, accanto allo Stir. No alla ghettizzazione e all’abuso della nostra terra». Lo...

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«No alla costruzione di un nuovo impianto di biomassa nella zona Asi di Pascarola, accanto allo Stir. No alla ghettizzazione e all’abuso della nostra terra». Lo stop arriva da cittadini e politici, uniti contro il progetto presentato al Comune dalla Biotech Srl, che prevede la realizzazione e l’esercizio nella zona di Omomorto a Caivano, vicino ai Regi Lagni, di un sito di biometano capace di trattare annualmente 60mila tonnellate di rifiuti urbani e scarti agro-alimentari e 20mila tonnellate di scarti delle potature e assimilabili. In pratica un biodigestore con una fase successiva di compostaggio per l’ottenimento di compost di qualità: un impianto «pulito», dunque, ma ugualmente osteggiato dai cittadini, esasperati da anni di roghi tossici, dalla presenza di tonnellate di ecoballe e di rifiuti stoccati nello Stir di Pascarola e da industrie che emettono fumi velenosi nell’atmosfera.  

«La salute dei nostri bambini - dicono le mamme - è costantemente a rischio e negli ultimi tempi la percentuale di tumori dovuti all’inquinamento ambientale è in sensibile aumento». Punta i piedi anche la politica: «Ci opponiamo con forza - dice Antonio Angelino, segretario cittadino del Pd - a questo progetto che non rappresenta sviluppo e benessere, ma soltanto sconforto e mortificazione. Bisogna dire no a chi continua a considerare la nostra città come uno sversatoio, come un luogo insalubre dove non si può più investire per crescere».
LA STRATEGIA

Sul territorio, oltre allo Stir, insistono già da svariati anni altre imprese che si occupano di materiali di riciclo, tra cui plastica (Di Gennaro), carta (La Campania Macero) e scarti animali (Mi.So., Papa, Proteg, Lem). L’intervento che si propone la Biotech Srl tuttavia non riguarda rifiuti tal quali, ma esclusivamente e specificatamente frazioni organiche/biodegradabili da raccolte differenziate e/o selettive. «Inoltre, in accordo con i recenti indirizzi di pianificazione - specificano i promotori del progetto - l’impianto sarà dotato di una sezione di digestione anaerobica per la valorizzazione del contenuto energetico del rifiuto organico, attraverso la produzione di biogas e successiva purificazione a biometano. Nella pianificazione - continua l’azienda - è specificato che i rifiuti in ingresso saranno conferiti in apposita zona di stoccaggio in cemento armato fuori terra, ricavata nel capannone predisposto, confinante con pavimentazione impermeabile e servita dall’impianto di depurazione delle aree esauste del capannone. Gli autotreni scaricheranno all’interno di un capannone chiuso, tenuto in depressione, con abbinato impianto di trattamento odori con biofiltro». Successivamente questi rifiuti saranno trattati per una produzione di biogas, che sarà trasformata in biometano e immessa nell’impianto Sma per produrre composti di qualità. Ora la decisione spetta al Comune, attualmente amministrato dalla commissione prefettizia formata dai viceprefetti Fernando Mone e Vincenzo Amendola e dal dirigente Roberto Andracchio.
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Il Mattino