Non si è ancora chiusa la vicenda degli abusi edilizi nella masseria di proprietà del papà del vicepremier Luigi Di Maio, anzi, ci vorranno probabilmente...
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Le prove raccolte dagli agenti della municipale individuarono almeno tre manufatti abusivi costruiti in un periodo piuttosto recente, tra il 2002 e il 2005. Per effettuare le verifiche sullo stato dei luoghi, i tecnici si sono serviti di due rilievi aerofotogrammetrici: uno del servizio di Google Earth risalente al 2002, un altro predisposto dallo stesso comune nel 2005. Dai rilievi del 2002 risulta soltanto un manufatto non registrato al catasto. Le altre tre costruzioni sarebbero sorte invece tra il 2002 e il 2005. Ma ora, anche in base alle controprove portate da Di Maio senior, gli addetti dell’ufficio di Mariglianella dovranno effettuare ulteriori accertamenti e decidere se procedere con gli abbattimenti oppure emettere una sanatoria.
I PASSAGGI
Nel caso il Comune ritenesse gli abusi effettivamente compiuti, i Di Maio avrebbero novanta giorni a disposizione per procedere a proprie spese all’esecuzione degli abbattimenti. Qualora invece la famiglia del vicepremier si rivelasse inadempiente dovrebbe allora essere il comune ad effettuare gli abbattimenti addebitandoli a chi ha commesso gli abusi edilizi. Identica procedura per i rifiuti, per lo più materiale di risulta, che i Di Maio potranno già smaltire una volta che i vigili avranno tolto i sigilli dall’area. Se l’ufficio tecnico confermasse che uno o più manufatti siano sorti senza le legittime autorizzazioni, la famiglia del vicepremier potrà comunque ricorrere al Tar, in ultima istanza, per far valere le proprie ragioni.
L’INCHIESTA
L’edificio in cui i tecnici comunali ritengono siano stati commessi gli abusi più evidenti riguarda un manufatto su cui hanno puntato anche le Iene. Intervistato dall’inviato di Italia 1, il ministro del Lavoro asseriva che l’edificio fosse in realtà una vecchia stalla di pertinenza della masseria. In realtà, da alcune foto risalenti al 2013, nella «stalla» c’era un angolo cottura con tanto di fornelli. All’esterno della casetta anche un patio dove Luigi Di Maio intratteneva gli amici a cena utilizzando anche una piccola piscina in pvc. La piscina è di quelle smontabili e non interrate, non rinvenuta dagli agenti nel corso del sopralluogo e su cui non è stata riscontrata alcuna irregolarità. È questo solo uno dei filoni d’inchiesta che hanno riguardato la famiglia del vicepremier. Precedentemente, ancora Le Iene, avevano raccolto testimonianze di ex lavoratori dell’azienda edile di Antonio Di Maio. Questi sostenevano che il papà del vicepremier li avesse fatti lavorare senza contratto. Per Di Maio senior ci sono poi le pendenze con l’Agenzia delle Entrate con un contenzioso che supera i 300mila euro di debiti. Infine, ultima batosta, pochi giorni dopo il blitz nei terreni di Mariglianella, anche i vigili di Marigliano hanno rinvenuto un cantiere abusivo dove la responsabile dei lavori era la sorella del vicepremier, Rosalba. Pendenze che saranno risolte solo tra alcuni mesi. Forte il disagio del leader dei 5 Stelle che sull’onestà e il rispetto delle leggi ha costruito le proprie fortune politiche. Ora è tutto nelle mani della burocrazia: lenta, eppur inesorabile. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino