Abusi sul Vesuvio all'interno del Parco: la Procura ordina tre abbattimenti

Abusi sul Vesuvio all'interno del Parco: la Procura ordina tre abbattimenti
Ruspe di nuovo in azione sul Vesuvio e Monte Somma. Dopo la sospensione forzata dello scorso anno dovuta al lockdown per la pandemia, la Procura di Nola accelera decisamente...

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Ruspe di nuovo in azione sul Vesuvio e Monte Somma. Dopo la sospensione forzata dello scorso anno dovuta al lockdown per la pandemia, la Procura di Nola accelera decisamente sugli abbattimenti di case e manufatti abusivi nell'area perimetrale del Parco del Vesuvio. La sezione reati ambientali della Procura ha affidato in questa ultima settimana tre lavori per altrettanti abbattimenti di immobili costruiti da anni e mai condonati alle pendici del Monte Somma. Tutti i dettagli saranno definiti la prossima settimana nel corso di un incontro tecnico al quale parteciperanno i soggetti interessati.



Sono immobili che rientrano ovviamente nel perimetro dell'Ente Parco e i fondi per i lavori di abbattimento e ripristino dello stato dei luoghi sono quelli stanziati dal ministero dell'Ambiente. Sono i primi tre di dieci già programmati con l'Ente guidato dal presidente Agostino Casillo. «Siamo assolutamente soddisfatti di questa accelerazione da parte degli uffici giudiziari di Nola afferma il presidente dell'Ente Parco . La nostra collaborazione continua nel segno di un accordo quadro sottoscritto due anni fa con la Procura generale e quelle di Napoli, Nola e Torre Annunziata. L'opera di repressione ha un suo peso specifico perchè sta portando a una decisa diminuzione del fenomeno».

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Tre abbattimenti lo scorso anno, uno dall'inizio dell'anno a Cercola Ma il fenomeno degli abusi lungo tutto il perimetro dell'area protetta, registra numeri da capogiro. Negli ultimi anni sono stati abbattuti complessivamente 57 immobili, di cui 22 su affidamento della Procura, 30 per autodemolizione e 5 a carico dei comuni con fondi della cassa depositi e prestiti. Ma la strada per il ripristino totale dello stato dei luoghi è ancora lunga. Complessivamente sono poco più di 350 gli immobili da abbattere gravati da sentenze irrevocabili e spalmati sui 34 comuni della giurisdizione della Procura nolana. Alcuni dei comuni hanno elevate criticità numeriche relative ai manufatti da abbattere: San Giuseppe Vesuviano sicuramente, ma anche Terzigno, Somma Vesuviana, Ottaviano, San Sebastiano al Vesuvio. Palazzine, villette, ma anche opifici costruiti in violazione delle norme urbanistiche. «Dopo la vicenda dei 12 abbattimenti di Terzigno, i casi sono notevolmente diminuiti. E anche la entità degli abusi: cancelli, palizzate, verande. Gli abbattimenti dice il presidente dell'Ente Parco sono azioni deterrenti, la gente ha capito che lo Stato arriva e ripristina la legalità».


Le demolizioni arrivano dopo un lungo iter burocratico con sentenze passate in giudicato. Una sinergica azione congiunta tra procure, Parco e dei carabinieri forestali del Gruppo Parco. E sono ancora centinaia gli immobili completamente abusivi oggetto di sentenze definitive per i quali è stata presentata una domanda di sanatoria. Sotto questo aspetto la volontà manifestata è quella di procedere alle demolizioni legate alle istanze respinte.


Sopra e intorno al Vesuvio Monte Somma sono spuntate come funghi le case abusive che in alcuni casi hanno ostruito finanche le cosiddette vie di fuga individuate nel piano di emergenza in caso di eruzione. A fianco degli abbattimenti degli immobili abusivi, la Procura accelera anche sul ripristino delle cave che negli anni sono state realizzare ai piedi del Monte Somma. A conclusione dell'iter di demolizione, il Parco si impegna a progettare e poi realizzare una serie di interventi di riqualificazione ambientale.
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Il Mattino