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I sorrisi sono quelli delle grandi occasioni. Del resto dei 72 allievi di Digita (Digital Transformation & Industry Innovation Academy) ben il 96% ha già un contratto a tempo indeterminato. Una gioia che si è espressa ieri al Polo universitario di San Giovanni a Teduccio dove si è concluso il quinto anno dell'Academy di alta formazione sulla trasformazione digitale nata dalla partnership tra l'Università degli Studi di Napoli Federico II e Deloitte Digital. «Il progetto didattico è articolato su 6 mesi di lezioni in aula e 3 mesi di project work nelle aziende partner, un modo per farsi conoscere» sottolinea Antonio Pescapé, direttore scientifico di Digita che elenca i punti di forza di ciascuno dei 48 progetti presentati.
Alla Graduation è intervenuta anche la prorettrice Rita Mastrullo che ha ricordato «il rapporto ormai consolidato tra Università e Deloitte che si sta fortificando con ulteriori 5 anni di collaborazione», Silvia La Fratta, responsabile People & Purpose, e Alessandro Lizzi, responsabile della sede di Napoli di Deloitte. La giornata però è stata anche l'occasione per Alessandro Mercuri, amministratore delegato di Deloitte Consulting, di riaffermare gli obiettivi futuri a Napoli della società. Nel 2017 è iniziata la collaborazione con l'Università Federico II, ieri ha firmato un accordo quadro fino al 2028, ha aperto una sede a Napoli e ha assunto centinaia di campani.
Immaginava una collaborazione così proficua cinque anni fa?
«No, in realtà quando abbiamo iniziato lo scopo era anche leggermente diverso.
Fino all'apertura a febbraio della sede di Capodichino.
«Nostra intenzione è valorizzare il grande bacino di talenti che offre questa Regione. Quindi siamo partiti cinque anni fa con Digita, primo esperimento messo a punto negli anni che ci ha dato grandissima soddisfazione, fino ad arrivare alla sede Deloitte Napoli. Attualmente ci lavorano 325 persone, di cui oltre 100 di Digita e se ne aggiungeranno 50 di quest'anno, ma l'obiettivo è arrivare a quota 650 in totale entro tre anni. Credo che questa esperienza sia un grande esempio di cooperazione e collaborazione tra Università, azienda e istituzioni. È evidente che il beneficio è per tutti: per le istituzioni, l'azienda, l'Università, i docenti, gli studenti, i cittadini. Ciò che abbiamo fatto alla Federico II dovrebbe essere un modello per tutta Italia. Non ci sono tanti atenei con un'apertura mentale tale per dialogare e costruire futuro insieme a un'azienda. E sulla base di questa esperienza molto positiva abbiamo allargato l'orizzonte delle nostre iniziative».
Con quali progetti?
«Prima di tutto con Lumina, una nuova Academy con cui ci rivolgiamo a 100 laureandi e laureati provenienti da corsi di studio di area umanistica affinché acquisiscano nuove competenze tecnologiche. Il secondo progetto è quello di cui vado più orgoglioso. L'anno scorso abbiamo lanciato Operazione Talenti che sta offrendo a 10 giovani meritevoli la possibilità di iniziare una carriera retribuita in Deloitte frequentando però in contemporanea un corso di laurea triennale. Questi ragazzi andavano bene a scuola, ma la possibilità familiare di fargli frequentare l'Università non c'era, quindi ci abbiamo pensato noi e la Federico II. Anche in questo caso puntiamo in alto: la prospettiva è di arrivare a quota 50 da tutta Italia per ogni anno accademico. Perché lo facciamo? Sono talenti che possono offrire un vero cambiamento alla società, sono il nostro futuro e aiutando loro aiutiamo tutti noi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino