Napoli, il 17enne accoltellato: «Al Vomero non ci torno più»

Napoli, il 17enne accoltellato: «Al Vomero non ci torno più»
Vincenzo riesce a stare in piedi ma il dolore provocato dalle ferite, è forte. Il 17enne napoletano, trafitto da tre coltellate, cammina su e giù nel reparto...

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Vincenzo riesce a stare in piedi ma il dolore provocato dalle ferite, è forte. Il 17enne napoletano, trafitto da tre coltellate, cammina su e giù nel reparto dell’ospedale Cardarelli, per sfogare il nervosismo e distrarsi dal dolore dei tagli profondi sulla nuca e su un braccio. Dopo una notte di lacrime e preoccupazioni, sono al suo fianco, nella stanza del Trauma Center, il nonno Ciro e la mamma Marcella che con gli occhi gonfi e lucidi per le lacrime, chiede «giustizia».

«Mio figlio ha rischiato di morire - spiega la 35enne di Miano - i ragazzi la devono finire con questa violenza e se questa volta ho perdonato, di certo non lo farò se dovesse riaccadere». La paura che un’uscita serale si possa trasformare in un agguato di sangue, è il pensiero fisso di Marcella che in ospedale ha ritrovato la maglietta di Vincenzo, traforata da buchi e completamente insanguinata.
 

Cosa è accaduto sabato sera?
​«Ero in compagnia di un gruppo di amici e ci trovavamo al Vomero, su via Merliani di fronte al Mc Donald’s dove stavamo scherzando tra di noi, senza dare fastidio a nessuno. A un certo punto, per giocare, ho dato una spinta ad un amico e lui, senza volerlo, è andato addosso a una ragazza. Non ho avuto neanche il tempo di parlare che il ragazzo che le si trovava a fianco, si è girato in malo modo e ha subito estratto un coltello. Mi ha insultato e ha cercato di colpirmi molte volte mentre io ho tentato di difendermi con le mani. C’è stata una colluttazione che è durata finché mi ha trafitto prima al braccio per due volte e poi alla nuca. Dopo avermi infilzato è fuggito tra la folla. Mi sono ritrovato completamente insanguinato e con i miei amici, ho chiesto aiuto alla polizia municipale che si trovava poco distante da dove ero stato aggredito».

Conosci il tuo aggressore o i motivi per cui ti ha accoltellato?
«Non ho fatto nulla per essere aggredito e non c’è stato neanche il tempo per parlarci, perché quel ragazzo ha subito tentato di trafiggermi col coltello che aveva. Sappiamo l’uno dell’altro e ci conosciamo superficialmente. In passato ci sono state delle tensioni tra noi ma intendo cose tra ragazzi e antipatia, niente di più e nulla che possa motivare una simile aggressione. Sabato sera, non ho fatto nessuna affermazione sulla sua ragazza né i miei amici hanno avuto atteggiamenti fuori posto, insomma io avevo semplicemente dato uno spintone a un mio amico e sono stato preso a coltellate.

Cosa pensi dell’accaduto? 
«Quando è successo, non sono scappato e sono rimasto lì a difendermi ma non esiste che un’uscita tra amici debba diventare qualcosa che mette a rischio la vita delle persone. Mi è dispiaciuto vedere la preoccupazione di mia mamma e dei miei familiari ma dopo il momento iniziale di rabbia per l’accaduto, posso affermare di perdonare il mio aggressore. Non porto rancore e non voglio che da un episodio di violenza si generi altra violenza. Vorrei che noi ragazzi potessimo divertirci senza la preoccupazione che da un momento all’altro, qualcuno ci possa aggredire o addirittura prendere a coltellate».

C’è un messaggio che vuoi trasmettere dopo questo episodio?
«Ci tengo a far capire a tutti che i ragazzi che frequentano il Vomero ma provengono da zone più periferiche come la mia, sono gente perbene esattamente come gli altri. L’erba cattiva c’è dappertutto, indipendentemente dai quartieri. Quando succedono questi episodi se vieni da Miano come me, sei subito etichettato come uno che appartiene a baby gang in faida tra loro, ma non è così. Mi reputo un ragazzo perbene, non ho mai avuto problemi con nessuno e lavoro onestamente svegliandomi presto la mattina per essere puntuale in negozio. Faccio il macellaio, tifo il calcio Napoli e da sempre sono appassionato di pugilato anche se non ho mai avuto l’opportunità di praticarlo veramente».

C’è qualcosa che cambierà dopo questa brutta esperienza?

«Vorrei che ci fosse una maggiore presenza di forze dell’ordine al Vomero perché c’è una quantità enorme di giovani e troppo spesso si sente parlare di aggressioni, risse o come è accaduto a me accoltellamenti. Una cosa è certa. Io al Vomero non ci tornerò più».
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Il Mattino