ACERRA - Un appalto del Comune da 80mila euro per la rimozione dei rifiuti speciali e pericolosi scaricati abusivamente nel territorio. Fin qui nulla di strano. Il problema...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L'appalto di rimozione dei rifiuti speciali e pericolosi è stato assegnato in forma di affidamento diretto, cioè senza una gara a cui potessero partecipare tutte le ditte specializzate. L'affidamento diretto è stato offerto dal Comune a cinque ditte alle quali è stato richiesto un preventivo. E il miglior prezzo è stato offerto dalla ditta del parente dei Pellini. Naturalmente la sua posizione di parente di condannati non può condizionarne l'attività imprenditoriale, ma la polemica sull'opportunità di un rapporto diretto con il Comune non si è fatta attendere. La sua ditta ha avuto l'incarico di rimuovere i rifiuti speciali scaricati illecitamente in un terreno di via Mulino Vecchio nella periferia settentrionale di Acerra, a poca distanza dal cimitero della città. Ma la polemica non finisce qui. Quando ad agosto c'è stato un forte temporale che ha danneggiato proprio il cimitero di Acerra, con la caduta di alberi e calcinacci, il Comune ha affidato un altro servizio di rimozione delle macerie sempre alla stessa ditta, quella appunto che sta facendo scatenare la polemica politica.
«Basta fare un semplice accesso al portale web del Comune di Acerra - racconta Cannavacciuolo - per constatare che la ditta del cugino dei Pellini ha ottenuto dal Comune decine di affidamenti diretti per un importo totale che supera i 300mila euro. Certo - aggiunge Cannavacciuolo - essere parenti dei condannati in via definitiva per disastro ambientale non significa essere automaticamente dei delinquenti ma sicuramente fa sorgere il sospetto nella popolazione che l'ecomafia acerrana non abbia smesso di avere rapporti con la pubblica amministrazione».
L'impresa finita al centro della bagarre politica ha tutti i documenti in regola ed è inserita nell'albo delle ditte fiduciarie del Comune. «C'è però da sottolineare - eccepisce ancora Cannavacciuolo - che sull'albo pretorio non sono stati pubblicati i preventivi delle offerte formulati dalle altre ditte contattate dal municipio». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino