Acerra «non diventi veramente la pattumiera della Campania». È l'appello lanciato dal vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, che esprime...
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Il vescovo chiede se «è possibile che ad Acerra ci sia solo spazio per aziende che trattano rifiuti, mentre un gioiello come La Doria, fabbrica che lavora i sughi pronti presente da anni sul territorio, azienda modello che ho visitato proprio in questi giorni la cui permanenza in città rappresenterebbe un segno concreto di speranza nel futuro per le tante famiglie di lavoratori coinvolti, ma anche per uno sviluppo sano e a vocazione agricola, debba andare via».
Secondo monsignor Di Donna «è giunto il tempo di superare una visione miope e quasi schizofrenica, che mentre promette uno sviluppo autentico delle nostre terre a vocazione agricola, non mette al riparo il territorio da attività che, pur dichiarando una non pericolosità tutta da verificare per la carenza di controlli, nulla hanno in comune con l'identità delle nostre terre. Vista la capacità di accoglienza del nostro territorio, perché non creare le condizioni per un polo industriale che metta realmente insieme sviluppo agricolo, culturale e archeologico delle nostre terre?», conclude monsignor Di Donna. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino