Ischia: addio a Gennarino, l'ultimo cantiniere di Forio

Ischia: addio a Gennarino, l'ultimo cantiniere di Forio
Se ne è andato l'altro giorno Gennaro Fiorentino, l'ultimo degli artisti del vino di Forio, anzi di Panza, la maggiore frazione foriana. Se ne è andato a...

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Se ne è andato l'altro giorno Gennaro Fiorentino, l'ultimo degli artisti del vino di Forio, anzi di Panza, la maggiore frazione foriana. Se ne è andato a novanta anni, l'immagine viva di un fisico da sempre asciutto e spartano, «ncaramma» per contronome, a rammentare una abilità degli avi a modellare secondo la linea giusta - la «caramma», appunto - la pietra per i muri a secco delle parracine delle campagne foriane, lui che era da decenni diventato il capomastro di una tradizione di vinificatori a misura di uomo. Se n'è andato «Gennarino», giù la saracinesca di quella cantina, un antro sacro come una chiesa, la grande botte di legno sullo sfondo, e gli amici e i viandanti di passaggio come migliori degustatori di quel nettare bianco. Se n'è andato, per quella malattia virale che gli aveva devastato i polmoni e sbarrato le arterie, e che un dolore del contrappasso immeritato gli aveva ignobilmente inferto: «Dottore, non mi piace più il vino mio, non è possibile, mi sembra amaro».


Gennarino, il cappellino di agricoltore sagace indivisibile, e quel vino bianco fresco di vendemmia - un mixing di Trebbiano, Coda di Volpe, Biancolella - dalle vigne di Campotese rivolte verso il sole del tramonto, a spillare l'ultimo raggio, che non aveva l'inganno del popolare Sorriso di Ischia, ma donava invece un bicchiere dalla magia senza uguali, al palato e all'olfatto. La pace dei sensi, un est est est per gli dei e i mortali. Gennarino, l'ultimo dei «maestri cantinieri», come fosse stato un maestro cantore, e quel vino bianco che dispensava sereno anche nelle bottiglie di plastica: «No, non gli fa male la plastica a questo vino, tanto te lo finisci prima di domani». Gennarino, l'artista del vino senza il diploma di enologo, se non ad honorem, e le parole oneste di quel sommelier di una location ambiziosa dell'isola, in vena di confidenza a una cena, «le bottiglie della carta dei vini ve le bevete voi, noi quando mangiamo in compagnia beviamo solo il vino di Gennarino».
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Il Mattino