«Provo pena per i responsabili della sua morte, le loro coscienze non si puliranno tanto facilmente. Ci hanno strappato i nostri sogni e i nostri progetti». Le parole...
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Il dolore della famiglia è stato il dolore di tutta via Duomo, che si è stretta intorno a Rosario, uomo buono e onesto, che ha speso la propria vita nel negozio aperto nel 1979 insieme alla moglie Grazia. Le saracinesche abbassate a metà e il lungo applauso di tutti i presenti hanno salutato il feretro del commerciante, che ha lasciato poco prima delle otto di sera per l'ultima volta via Duomo. «Se te ne fossi andato in silenzio non lo avrei mai accettato - ha sottolineato l'altra figlia di Rosario, Rossella Padolino - non sarebbe stato giusto che solo noi avessimo saputo che uomo sei: padre amorevole, marito fedele, amico leale, uomo d'onore e persona per bene, deve averlo capito anche la tua Napoli alla fine, lei gelosa ti ha scippato a noi egoisti per farti sua per sempre. Adesso la tua memoria sarà eterna come è giusto che fosse».
«Tanti amici commercianti di via Duomo, così come tanti sconosciuti - ha rimarcato il segretario del cardinale Sepe, don Giuseppe Mazzafaro (concelebrante della funzione, insieme al parroco del Duomo, Vincenzo Papa) - sono stati colpiti da quanto è successo. Anche i genitori di Salvatore Giordano, il giovane 14enne morto nel 2014 in una situazione analoga all'esterno della Galleria Umberto I di Napoli, hanno espresso affetto e vicinanza alla famiglia di Rosario, anche se questo significava riaprire una ferita che non si è mai chiusa». Don Giuseppe ha affrontato poi da vicino l'emergenza che ha portato Rosario alla morte, in quell'intreccio di fragilità e responsabilità umana: «Noi vogliamo poter passeggiare serenamente per le nostre strade, con i nostri bambini, i nostri anziani, le nostre famiglie, senza dover correre il rischio di non veder tornare le persone care» ha evidenziato.
Una scomparsa improvvisa che ha addolorato tutti, in quella zona rossa dove anche le preghiere possono sembrare vuote ed inutili. «Rosario era un uomo onesto e un grande lavoratore - ha poi ricordato padre Mazzafaro - Da ragazzo diede anche un esame a giurisprudenza prima di iniziare per gioco a lavorare, nel mondo dell'abbigliamento, con Settimio, amico e collega di una vita. Quaranta anni fa decise di aprire Coriandoli in via Duomo. Ha poi combattuto per il quartiere, quando sono arrivati i momenti di crisi, di difficoltà. Un evento doloroso dal quale bisognerà tirare fuori un momento di rinascita».
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Il Mattino