Agguato a Napoli, pregiudicato ucciso a pochi metri dalle pattuglie dello Stato

Agguato a Napoli, pregiudicato ucciso a pochi metri dalle pattuglie dello Stato
Chi non si adegua e vuole fare in proprio viene ammazzato. Avviene in modo graduale, ma inesorabile: gli avvertimenti, poi l'omicidio. È accaduto ieri mattina a...

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Chi non si adegua e vuole fare in proprio viene ammazzato. Avviene in modo graduale, ma inesorabile: gli avvertimenti, poi l'omicidio. È accaduto ieri mattina a Piscinola, in via Teano, strada trafficata, in presenza di decine di potenziali testimoni, dove è stata portata a termine l'ennesima esecuzione camorristica: ucciso Antonio Avolio, aveva trent'anni, un anno fa era stato scarcerato dopo essere finito in cella per estorsione. Era in sella a uno scooter (una Honda Sh), aveva da poco finito di mangiare uno snack, tanto che aveva ancora l'involucro della merendina tra le mani. Si sentiva tranquillo, padrone del territorio, quando i killer sono entrati in azione. Due colpi (uno alla nuca), sangue dappertutto, traffico bloccato e tanta paura. Molti spettatori, nessun testimone, al lavoro i carabinieri. Un agguato plateale, se si pensa che è avvenuto a poche centinaia di metri dalle pattuglie delle forze dell'ordine, che stavano portando a termine una operazione di sgombero di case occupate abusivamente. Una strada presidiata dalle divise delle forze dell'ordine, nella quale due killer non hanno avuto alcun timore ad entrare in azione. Hanno fatto fuoco, hanno ucciso il loro obiettivo e si sono volatilizzati, nonostante il tempestivo (anzi, immediato) intervento da parte dei carabinieri. Sul posto i pm Stefano Capuano e Maria Sepe, sembra una epurazione interna alla galassia degli ex esponenti del clan Di Lauro. Un colpo di coda da parte di quel gruppo di soggetti che si riconosce nel clan di abbasc Miano, la Miano di sotto, che farebbe capo al gruppo Balzano e ad altre famiglie consociate. Una storia simile a quella di altri due soggetti ammazzati di recente, qui tra Piscinola e Miano. Proviamo a ricostruire alcuni retroscena: due mesi fa il delitto di Salvatore Milano, pregiudicato un tempo legato al clan Lo Russo; e un anno fa l'agguato costato la vita a Stefano Bocchetti, 44 anni, altro reduce del gruppo che fu dei cosiddetti capitoni di Miano. Omicidi che hanno un carattere seriale, che rimandano probabilmente alla stessa regìa e allo stesso movente. E torniamo a scavare nel recente passato dell'ultima vittima.

Chi era Avolio? Nel 2016 era stato arrestato per estorsione aggravata dalla finalità camorristica, assieme a un minorenne, poi un anno fa la scarcerazione. Era tornato nell'ambiente di sempre, dove aveva trovato uno scenario per molti versi mutato. Una zona contesa da due gruppi, anch'essi nati dallo smantellamento del clan Lo Russo: da un lato i Cifrone, dall'altro i Balzano.

Questi ultimi, di recente, vengono dati come particolarmente agguerriti. Pochi giorni fa erano stati esplosi alcuni colpi di pistola, un probabile avvertimento nei confronti di Avolio. Ieri l'esecuzione. Omicidi chirurgici, funzionali al rafforzamento dello stesso gruppo criminale dedito allo smercio di droga, alla contraffazione e al riciclaggio. Una sola mano, dietro episodi apparentemente scollegati. Ricordate la storia della bomba esplosa in un negozio di bombole in viale Colli Aminei? Secondo le ricostruzioni condotte fino a questo momento, potrebbe esserci la stessa regìa camorristica. Mattina afosa a Piscinola. Fa caldo, si soffoca, Avolio è in sella allo scooter, ha da poco mangiato uno snack. Sa che nella strada ci sono i carabinieri, che stanno portando a termine un'operazione di sgombero di alcune case occupate abusivamente. Non immagina di essere in pericolo, resta fermo e in sella allo scooter, temporeggia. Appare in bella mostra, qualcuno avvisa i killer. Una filata, per dirla in gergo tecnico. In cento metri, lo Stato prova a rimpossessarsi delle case abusive, mentre c'è qualcuno che chiude i conti con il passato. Chiaro il messaggio: non c'è spazio per chi non si adegua, per chi torna libero dopo qualche anno di detenzione e non è disposto a riconoscere il nuovo boss della zona. Così funziona abbasc MIano. 

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Il Mattino