«Ho litigato con mia moglie, sono sorvegliato speciale e ho violato gli obblighi: arrestatemi per piacere». All'insolita richiesta, i carabinieri della stazione di...
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LA CONSEGNA
Un lungo elenco di precedenti alle spalle e libero con l'obbligo di permanenza fuori dal territorio di Torre Annunziata, il 49enne da mesi stava seguendo un ligio iter post detenzione, vivendo in un'abitazione a Trecase. Aveva quasi completamente estinto il suo ultimo debito con la giustizia, ma nel weekend qualcosa non andava. Tra il caldo insopportabile e l'ennesima lite coniugale, Nazionale ha deciso di lasciare la sua abitazione e di consegnarsi ai carabinieri. «Meglio qui in caserma o in carcere, che a casa» ha detto una volta entrato nelle celle di sicurezza, dove ha trascorso la notte tra domenica e lunedì in attesa della direttissima. Ieri mattina, poi, è comparso dinanzi al giudice del tribunale di Torre Annunziata che ha convalidato l'arresto e disposto il ritorno in libertà per il 49enne, sempre con il rispetto degli obblighi della sorveglianza speciale. In autunno affronterà il processo per questa violazione, come deciso dal giudice monocratico al termine dell'udienza.
Una richiesta insolita, quella di Pasquale Nazionale. Ancora agitato, evidentemente a causa del litigio con la moglie e ben consapevole di dover rimanere nel territorio di Trecase, il 49enne ha deciso di consegnarsi ai carabinieri spontaneamente, chiedendo il «piacere» di arrestarlo visto che comunque aveva commesso un reato, seppure non grave. Al di là degli screzi di natura coniugale, il suo «progetto» di trascorrere il Ferragosto in cella non è andato a buon fine. Un po' come era accaduto proprio a suo figlio Amedeo un paio d'anni fa, pochi giorni dopo la sua scarcerazione e il ritorno agli arresti nella sua abitazione. Nel suo caso, addirittura le evasioni dai domiciliari furono ripetute, con gli atti redatti dai carabinieri che sembravano un «copia-incolla» del giorno precedente. Era il periodo di Natale del 2017, quando il giovane di Torre Annunziata aveva deciso di evadere dagli arresti domiciliari in maniera sistematica per tre giorni consecutivi. «Voglio andare in carcere, lì ho più amici» disse ai carabinieri. Anche nel suo caso, i giudici non hanno mai «accontentato» la richiesta, dunque non è mai stato disposto il trasferimento in carcere. Al termine di quelle sue evasioni seriali, il 25enne decise di desistere dal suo proposito.
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Il Mattino