Quando si ritrovano di fronte al barman, come bevitori abituali, ordinano con disinvoltura il loro primo bicchiere, ovviamente a base di superalcolico. Una scena che - appena...
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Il primo dato allarmante è il debutto alcolico dei giovani, che in Campania è sempre più precoce: più della metà dei ragazzi ha bevuto il primo bicchiere tra gli 11 e i 14 anni (52,8%). Oltre la metà a 11-19 anni beve qualche volta (51,6%), mentre l'8,2% lo fa spesso. Uno «sballo mortale», come lo ha definito Giuseppe Galano, responsabile della centrale operativa del 118 di Napoli e attività territoriali. «I dati ci dicono che il consumo di allucinogeni, anfetamine e droghe sintetiche - ha spiegato Galano - si diffonde ormai con estrema facilità tra i giovani e anche tra gli adolescenti. Ed è un fenomeno in continuo aumento, anche perché i costi di queste droghe sono bassi e si possono reperire con estrema facilità». Ad aggravare la pericolosità di queste sostanze sono i mix letali, dato che spesso le pasticche vengono assunte con alcol.
Ma il dossier presentato all'Ordine dei Medici rivela un altro aspetto preoccupante: l'identikit dei giovani a rischio non è quello di ragazzi problematici, bensì di «normali adolescenti che purtroppo non percepiscono il pericolo, vivono tutto questo in modo inconsapevole e in preda a un senso di emulazione che fa venire meno quello del rischio». Ragazzi come Nico, il 20enne napoletano morto la scorsa estate dopo una notte passata in discoteca a Positano e trovato in un vallone della località turistica. Proprio il papà del ragazzo ha portato la sua testimonianza nel corso del convegno dell'Omceo di Napoli: «Una delle esperienze più scioccanti - ha detto - l'ho vissuta all'uscita della discoteca, quando ancora speravo di poter trovare mio figlio in vita. Decine e decine di giovanissimi erano accasciati a terra, in preda ai postumi di sbornie o sotto l'effetto di droghe. Una scena da far rabbrividire, vissuta da tutti come se fosse la cosa più normale del mondo e un solo unico obiettivo: smaltire rapidamente per mettersi alla guida e tornare a casa», ha concluso.
I dati campani descrivono una situazione ormai fuori controllo. In particolare, tra i 15-19enni la percentuale di chi beve qualche volta sale al 65% e solo due su dieci sono astemi. Un terzo degli intervistati ha giocato con gli amici a chi beve di più (33,1%) e una identica percentuale rivela di aver visto un amico o un conoscente riprendersi o farsi riprendere in video mentre beveva. Altrettanto preoccupanti sono i dati relativi al 2018 che emergono dalla centrale del 118 di Napoli. L'anno scorso le chiamate di soccorso per abuso di alcol sono state 409 (nei primi 5 mesi del 2019 sono già poco meno di 150), quelle per crisi dovute al consumo di droga 372 (nei primi 5 mesi del 2019 poco meno di 70). Addirittura 4.673 gli incidenti stradali legati al consumo di sostanze stupefacenti e alcool (da gennaio a maggio 2019 già 1.395). Il dossier svela che nei mesi estivi l'accesso al 118 per incidenti stradali e assunzione di stupefacenti aumenta in modo esponenziale. Due sono inoltre i mesi più critici, luglio e agosto, che invece dovrebbero essere i periodi migliori per mettersi alla guida. Sessanta giorni in cui la rete dell'emergenza e urgenza regge a fatica. Il sovraccarico di lavoro è spesso determinato dal trend dello sballo estivo: ebbrezza alcolica fino al coma etilico, uso di sostanze stupefacenti rimediate a poco prezzo all'ingresso di locali e discoteche oppure passeggiando sul lungomare delle località balneari. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino