La grande ressa. Aliscafi e traghetti nel mirino di quanti sono giustamente preoccupati del mancato rispetto delle procedure e, soprattutto, dell’utilizzo dei sistemi di...
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L’ammiraglio Pietro Vella, direttore marittimo della Campania, è il più convinto che non si può e non si deve tollerare nessuna violazione. Per questo ha immediatamente convocato una riunione, che si è tenuta ieri mattina, con i rappresentanti delle compagnie di navigazione per ribadire che a bordo deve essere applicata la massima severità nei rispetto dei dispositivi sanitari di sicurezza. «Il comandante può e deve richiamare - ha detto Vella - non dimenticando il fatto che è un pubblico ufficiale. Il codice della navigazione è preciso, i passeggeri possono essere anche denunciati». Lo stesso ammiraglio è andato anche oltre, È trapelata, infatti, la precisa indicazione ai suoi ufficiali di imbarcare personale in borghese per verificare proprio il rispetto delle norme e delle procedure seguite. Niente “liberi tutti”, dunque. Anche se si resta nell’ambito di indicazioni, consigli o richiami. Il nodo è proprio questo, non ci sono norme o strumenti per obbligare i passeggeri di un mezzo di trasporto pubblico ad utilizzare la mascherina. E, quando si viaggia via mare, questi consigli sono ancora più labili perché, una volta chiusi i portelloni, non esistono misure coercitive di sorta che possono obbligare al rispetto di quei consigli. Certo, il potere del comandante a bordo è assoluto, ma finisce nel momento in cui ha segnalato all’Autorità marittima la presenza di persone indisciplinate. Poi, una volta aperto il portellone di una nave su cui viaggiano 500/600 persone, è praticamente inimmaginabile rintracciare coloro che non hanno rispettato comportamenti coerenti con le indicazioni di bordo.
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Gli avvisi vengono diffusi attraverso i video proiettati a bordo e suggeriti dal
personale. Sono in linea con l’ordinanza del presidente della giunta regionale numero 40 del 30 aprile 2020. Il passaggio fondamentale è questo: «Resta inteso che tutte le aziende di trasporto, e conseguentemente il loro personale, sono manlevate da ogni responsabilità (di qualsiasi natura) circa l’insorgere di eventuali casi in cui: 1) non sia rispettato il distanziamento sociale a bordo e/o presso gli impianti; 2) gli utenti non usino i Dpi previsti dalla normativa e le ordinanze vigenti; 3) non si possano evitare eventuali assembramenti; 4) non sia possibile garantire una ridotta capacità di trasporto».
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«Sono disposizioni obbligate - sottolinea Luca Cascone, presidente della commissione trasporti del Consiglio regionale - perché nessun autista di bus, o capotreno, o comandante avrebbe mai accettato di svolgere un servizio assumendosi in prima persona una responsabilità diretta. Quando i mezzi sono in movimento non esistono interventi sanzionatori veri e propri. Come si fa ad immaginare un autista di un bus che si ferma per far scendere un passeggero senza mascherina. O, peggio, immaginare che da un traghetto si collochi su una scialuppa chi non rispetta l’uso dei dispositivi individuali di sicurezza». Nella stessa ordinanza c’è anche un capitolo specifico per i servizi marittimi. «Nelle aree portuali, per favorire la corretta ed ordinata distribuzione degli utenti in tutti gli spazi comuni sono necessari interventi organizzativi e gestionali secondo modalità da determinarsi di comune accordo tra vettori e gestori delle aree medesime. Le operazioni di imbarco e sbarco devono prevedere percorsi dedicati con implementazione di idonea segnaletica per disciplinare il flusso passeggeri e garantire il distanziamento fisico.
È raccomandabile, altresì, l’utilizzazione dì termoscanner per i passeggeri sia in partenza che in arrivo. Fermo restando il distanziamento sociale, per quanto possibile vanno evitati i contatti tra il personale di bordo e dì terra. Sui traghetti e sugli aliscafi deve essere garantita una distanza adeguata tra le persone nel corso della navigazione. Le aziende favoriranno, ove possibile, lo scambio documentale tra gli aliscafi/traghetti e gli impianti di terra con modalità tali da ridurre il contatto tra il personale di bordo e quello terrestre, privilegiando per quanto possibile lo scambio di documentazione con sistemi informatici». Raccomandazioni sacrosante che, spesso, si infrangono contro gli spazi a disposizione e le stazze delle navi. Al Beverello l’area cantiere delimita l’area riservato allo sbarco e all’imbarco. I pontili o le banchine di Ischia soffrono degli stessi problemi così come lo strettissimo molo del porto di Capri.
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Il Mattino