Con evidente preoccupazione l’associazione Arcigay di Napoli raccoglie la testimonianza di una giovane studentessa napoletana che ha raccontato un esecrabile episodio...
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La ragazza racconta di essersi recata presso l’Ospedale Annunziata di Napoli per un colloquio psicologico. Stando al racconto della giovane, quando la stessa avrebbe esposto alla dottoressa di turno la problematica relativa al suo orientamento sessuale, la dottoressa avrebbe espresso una serie di giudizi sull’omosessualità decisamente allarmanti.
Infatti, sempre secondo quanto narrato dalla studentessa, la dottoressa avrebbe asserito che gli omosessuali sono affetti da una forma di squilibrio psichico, perché uomo e donna sono complementari a prescindere dalle scelte che si fanno in fatto di partner, inoltre, in questa e in altre circostanze, la dottoressa avrebbe classificato l’omosessualità come una scelta e non come un orientamento sessuale, sostenendo che non vi sono prove che una persona sia omosessuale sin dalla nascita e che non lo diventi successivamente (per scelta, appunto). Infine, avrebbe affermato che l’omosessualità è stata depennata dall’elenco delle malattie mentali soltanto a causa di pressioni politiche sopravvenute perché il numero dei gay stava diventando troppo alto per esser gestito. La studentessa ha raccontato, inoltre, che la dottoressa avrebbe sostenuto che l’omosessualità è una moda del momento, alimentata dai media e dal mondo dell’intrattenimento perché fa comodo avere più gay in giro (a chi faccia comodo non è dato saperlo).
La studentessa ha prontamente segnalato quanto accaduto all’Ordine degli Psicologi della Campania che si è riservato di verificare la presenza dei presupposti necessari per aprire un procedimento disciplinare nei confronti della dottoressa.
«È assolutamente necessario fare chiarezza su quanto raccontato dalla studentessa. Se le cose fossero andate davvero in questo modo ci troveremmo davanti ad un gravissimo caso di omofobia - ha dichiarato Claudio Finelli, delegato cultura di Arcigay - in primis perché riguarderebbe in maniera diretta la salute e il benessere psicologico di una persona giovane alla ricerca del proprio equilibrio e della propria realizzazione emotiva, e poi perché sarebbe inammissibile che l’Azienda Sanitaria Locale consentisse a una sua dipendente di esprimere posizioni antiscientifiche e discriminatorie palesemente antideontologiche e lesive della salute degli utenti a cui dovrebbe, invece, prestare un servizio di supporto e aiuto. Auspichiamo, pertanto, una reazione tempestiva e chiarificatrice dell’Ordine degli Psicologi della Campania, già allertato relativamente alla vicenda». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino