Andrea Cozzolino, il Tribunale di Napoli oggi decide sull'estradizione in Belgio

L'eurodeputato è indagato per reati di organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio

Andrea Cozzolino sul banco degli imputati
Vuole essere presente anche lui in Tribunale per conoscere il proprio destino: se continuare ad attendere il processo agli arresti domiciliari dalla sua casa napoletana del Vomero...

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Vuole essere presente anche lui in Tribunale per conoscere il proprio destino: se continuare ad attendere il processo agli arresti domiciliari dalla sua casa napoletana del Vomero oppure se la Corte d'Appello di Napoli avallerà la richiesta del mandato di arresto europeo delle autorità belghe, come misura cautelare, per trasferirlo a Bruxelles a disposizione dei giudici belgi. Andrea Cozzolino, l'europarlamentare del Pd indagato in Belgio per l'affaire Qatargate, è atteso questa mattina in Corte d'Appello, nel Palazzo di Giustizia napoletano, dove i giudici decideranno, alle 11, se ratificare o meno il mandato di arresto europeo. Non si tratta di un'estradizione sulla quale la decisione è demandata al Governo, ma di una consegna di un imputato che tra i Paesi membri della Ue prevede procedure estremamente semplificate e celeri.

I legali dell'europarlamentare, Federico Conte e Vincenzo Domenico Ferraro, non hanno però ancora a loro disposizione la documentazione a sostegno del mandato di arresto europeo emesso dalla Procura belga e notificato lo scorso venerdì a Cozzolino tramite il Gico della Guardia di Finanza di Napoli. Una notifica consistente in appena quattro pagine, con scarne informazioni circa i reati che vedrebbero protagonista Cozzolino secondo le autorità di Bruxelles. I legali potrebbero quindi puntare ad ottenere un rinvio in attesa che gli avvocati ricevano una più ampia documentazione sui motivi per i quali è stato richiesto l'arresto.

Le procedure sono però generalmente piuttosto stringenti in questi casi: gli accordi tra i Paesi membri dell'Unione Europea, ratificati anche dal Parlamento italiano, prevedono che il mandato d'arresto venga concesso quasi in una sorta di automatismo e le eccezioni, in casi simili, sono piuttosto rare. L'efficacia del mandato di arresto è principalmente subordinata alla condizione che i fatti per cui è stato emesso il provvedimento costituiscano reato ai sensi della legge dello Stato membro in cui il soggetto si trova. In questo caso Cozzolino è indagato per reati di organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio, tutti reati per i quali c'è corrispondenza tra la giurisdizione belga e quella italiana. «Non solo - rileva l'ex capo della Procura di Napoli, Giandomenico Lepore - ma i magistrati della Corte d'Appello, più che soffermarsi sul materiale indiziario raccolto dalle autorità del Belgio, dovranno vagliare principalmente degli aspetti formali». Proprio su questi aspetti formali punterà la difesa di Cozzolino che probabilmente chiederanno, prima che il loro assistito possa essere trasferito in Belgio, di avere almeno la possibilità di ricevere gli atti sottostanti al mandato d'arresto spiccato dalla Procura belga. Gli avvocati Conte e Ferraro, in una nota diffusa venerdì scorso, avevano del resto già evidenziato i propri convincimenti che, a loro parere, il mandato di arresto europeo «è illegittimo» perché «basato su un quadro indiziario del tutto evanescente e si fonda su mere presunzioni e sospetti, prive di riscontri oggettivi basilari per un'accusa di corruzione, quali il dove, il quando, il quanto e il come, il cosa». Fin qui il collegio difensivo di Cozzolino, ma bisognerà vedere se queste tesi reggeranno rispetto ad una procedura come quella del mandato d'arresto europeo che negli ultimi anni è stata progressivamente snellita dalle autorità Ue.

Se oggi la Corte d'Appello ratificasse la richiesta del mandato di arresto da parte del Belgio, i legali di Cozzolino avranno appena 5 giorni per poi ricorrere in Cassazione. In genere anche qui i tempi, in virtù della collaborazione tra i Paesi Ue, sono piuttosto rapidi. Con l'eventuale via libera anche della Corte suprema l'europarlamentare sarebbe così trasferito manu militari in Belgio e messo a disposizione delle autorità belghe. Lì ricomincerebbe poi una nuova trafila sulla possibilità di ottenere i domiciliari anche in Belgio in attesa della celebrazione del processo. Si tratta di misure cautelari, non di scontare una pena che neppure è stata irrorata dal momento che si è ancora nella fase delle indagini. In questi giorni l'europarlamentare è rimasto sempre nella sua casa vomerese senza usufruire dei permessi che gli consentono di uscire dalle ore 11 alle 12 e dalle ore 17 alle 18. Oggi sarà però in aula.

Secondo gli inquirenti belgi, Cozzolino, in concorso e in associazione con Antonio Panzeri, Francesco Giorgi, Eva Kaili, Marc Tarabella e Maria Arena, avrebbe «indebitamente ricevuto, per conto del Governo del Marocco, danaro per esercitare le sue funzioni parlamentari europee in modo da favorire gli interessi del Marocco all'interno del Parlamento Europeo». 

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Il Mattino