Usata per lanciare dosi di droga dal balcone, così come se fossero un mazzo di chiavi o un qualsiasi altro oggetto domestico. Educata a mettere le mani al posto giusto, a...
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Decisivo il lavoro dei carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, che prende le mosse da un altro episodio gravissimo raccontato in questi anni: le indagini nascono dall'omicidio di Mariano Bottari, un 75enne colpito da un proiettile vagante a Portici, esploso da un rapinatore durante un inseguimento. Una brutta storia per la quale per anni i sospetti sono caduti sul principale organizzatore dello spaccio, vale a dire su Giovanni Gravino, anche se formalmente non risulta neppure indagato per l'omicidio Bottari. Era il 28 luglio 2014 a Portici, quando alcuni malviventi tentarono la rapina al titolare di un distributore di benzina che si stava recando in banca per versare gli ingenti incassi delle sue attività. Avviando una serie di intercettazioni, gli inquirenti riuscirono a captare indiscrezioni e commenti. E in una telefonata colsero il riferimento a un tale «Giovanni» che pur essendo ai domiciliari se ne stava sempre in giro. Si arrivò così a Giovanni Gravino, classe 1980. Gli investigatori iniziarono a indagare su di lui, intercettarono i suoi colloqui. Alla fine le indagini non sono riuscite a provare un suo ipotetico coinvolgimento nella rapina che quattro anni fa portò alla morte del povero Bottari, ma hanno consentito di raccogliere indizi sufficienti a ricostruire il suoi affari nel droga business. E a svelare la storia di «Angela», che non è l'unica under 14 usata nella catena di montaggio della droga. Ricordate cosa accadde a Pizzofalcone un paio di anni fa? Stesse voci, stesse mani che incartano dosi, stesse figure di bambini che confondono lo spaccio di droga per il «lavoro» di papà e mamma. Ma torniamo al blitz di ieri mattina, secondo quanto emerge dalla misura cautelare firmata dal gip Egle Pilla. A finire in cella sono i conviventi Maria Pina Sartori e Giovanni Gravino, quest'ultimo accusato di essere il gestore della piazza di spaccio di viale Regina Margherita a Ponticelli, mentre la compagna teneva la contabilità degli affari. Con loro in carcere sono finiti anche Carmela Vitale, accusata di essersi occupata del confezionamento delle dosi e in qualche caso della custodia dello stupefacente; Enzo Gravino, fratello di Giovanni, indicato come un addetto alla consegna delle dosi e alla riscossione degli incassi; Castrese Brusco, accusato di aver stabilmente acquistato droga da Gravino per poi rivenderla al proprio giro di clienti. Vanno invece agli arresti domiciliari Patrizia Ariosto, madre di Gravino, Anna Sartori, sorella di Maria Pina, Antonietta Versano, moglie di Brusco, e Vincenzo Principe, cliente fidato dei pusher accusato di un episodio di spaccio. Obbligo di firma, infine, per Giuseppina Paolillo, Loredana Morra e Angelo Fragliasso. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino