Anm, braccio di ferro sulle gare: vacilla la maggioranza arancione

Anm, braccio di ferro sulle gare: vacilla la maggioranza arancione
«Simeone? Non commento le sue parole, dico solo che io parlo con i fatti e sto lavorando per salvare Anm, altri invece parlano». È incavolato il sindaco Luigi...

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«Simeone? Non commento le sue parole, dico solo che io parlo con i fatti e sto lavorando per salvare Anm, altri invece parlano». È incavolato il sindaco Luigi de Magistris, scricchiola il patto politico sindacale per salvare l'Anm e così anche la maggioranza, soprattutto il lato arancione, dà ulteriori segni di stanchezza e sfilacciamento. Lo strappo di Nino Simeone, consigliere di Dema e presidente della Commissione mobilità, che ha chiesto le dimissioni di Mario Calabrese - assessore ai Trasporti - per le sue dichiarazioni in base alle quali il Comune avrebbe chiesto alla Regione di mettere a gara, e dunque privatizzare, anche le tratte urbane del trasporto su gomma, è il culmine di una crisi politica molto pericolosa. E da ieri sono ufficialmente in campo anche tutti i sindacati, in maniera compatta, che al riguardo hanno chiesto un incontro urgente per «avere chiarimenti» perché secondo loro è stato violato l'accordo preso un paio di settimane fa per il salvataggio dell'Azienda napoletana mobilità. Insomma, su Calabrese e sulla giunta si sta scatenando una bufera. Le parole di de Magistris in qualche modo blindano l'assessore, resta, tuttavia, lo strappo politico.


Simeone - giusto per fare un esempio - esprime una posizione personale oppure rappresenta un'area ben precisa? Il presidente della commissione Mobilità è noto che nell'arcipelago arancione rappresenta i SocialDema, i moderati, quelli che hanno preso le distanze dalle pasionarie e dalla rivoluzione, con lui ci sono Ciro Langella, Luigi Zimbaldi e Carmine Sgambati. Quest'ultimo sull'uscita di Simeone invita alla calma, appunto alla moderazione, senza per questo rinnegare il sodalizio con Simeone. Giova ricordare che Sgambati è una sorta di soldato di de Magistris, fu colui che nel 2011, alla prima elezione del sindaco, si inventò «Napoli è tua», una lista che raccolse molti consensi. «Nino - dice Sgambati - è un mio compagno di gruppo e un amico, non potrò mai essere contro di lui. Detto questo, il periodo è delicato e prima di farsi prendere dall'ira, atteso che si sta cercando di salvare Anm, è giusto riflettere bene. Il mio invito è alla calma, ragioniamo, capiamo e poi prendiamo decisioni».

 

Sul tema dell'Anm ieri sera si è tenuta la «cabina di regia». Vi hanno partecipato i capigruppo della maggioranza, era stato invitato lo stesso Simeone, che però ha disertato l'invito. Persa, nella sostanza, un'occasione per ricucire. La riunione, alla quale ha partecipato anche il capo di gabinetto Attilio Auricchio, è stata abbastanza densa nei toni. E ne è venuto fuori che si devono a stretto giro fare due cose: una riunione di maggioranza per ricucire, ritrovare l'unità e spiegare bene come stanno le cose, e poi prendere decisioni fretta. La sostanza è che la discussione sulle affermazioni di Calabrese sembra surreale: chi è il pazzo o l'incosciente che si prenderebbe in carico un pezzo di azienda che è alla canna del gas, a stento ha i soldi per pagare gli stipendi e perde in media due milioni al mese? Anm è un malato in stato comatoso, eventuali cure da cavallo, vale a dire rivolgersi al mercato come avviene in tutta Europa, per essere somministrate necessitano dell'uscita dal coma. E si è ben lontani dal raggiungere questo obiettivo, anzi non è nemmeno detto che si raggiunga. Con un piano industriale da rifare e che prevede il salvataggio in cinque anni, un bilancio da approvare e altri adempimenti ineludibili come la patrimonializzazione è ben difficile approcciare un privato, ma soprattutto una gara. Alle quali ci si presenta con le carte in regola come si suole dire. Tant'è, il tema sembra essere davvero squisitamente politico e riguarda il cuore della maggioranza che in maniera pretestuosa o sincera non perde l'occasione per attaccare, a sua volta, il cuore del sindaco, ovvero la giunta. Che de Magistris, secondo molti osservatori, ha ritoccato molto colpevolmente al ribasso per tenere unito ciò che non si lega nemmeno con iniezioni di bostik, ovvero la sua maggioranza. Con l'introduzione delle due assessore in quota Riformisti democratici e Verdi il quadro è peggiorato a livello amministrativo ma ancora di più a livello politico. Il sindaco, anche se ne avesse voglia, avrebbe molte difficoltà a ritoccare ancora la giunta proprio in virtù della scarsa coesione della maggioranza.


Torniamo ai sindacati. Cgil, Cils, Uil, Ugl chiedono dunque anche loro un incontro chiarificatore «considerato che tutti gli accordi che hanno sottoscritto con l'amministrazione comunale su Anm hanno sempre affermato il mantenimento pubblico dell'azienda». Anche qui c'è un po' di confusione, perché si confonde la liberalizzazione delle tratte con la privatizzazione dell'azienda, della quale la parte pubblica potrebbe tranquillamente mantenere le quote di maggioranza affidando a terzi - eventualmente - determinati servizi o tratte. Lo dice l'Europa e a Napoli si è fatto, per fortuna, con l'aeroporto di Capodichino, oggi tra i primi in Europa e nel mondo.
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Il Mattino