È guerra tra Anm e sindacati sul nuovo piano esuberi. Per far quadrare i conti, l'azienda dei trasporti, in concordato preventivo fallimentare, annuncia una nuova cura...
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Sul caso Anm interviene anche il governatore Vincenzo De Luca, che sul suo profilo social scrive: «La Regione sta facendo la sua parte per avere trasporti funzionanti in tutta la Campania. Spero che a Napoli riescano a far funzionare almeno le funicolari. Non è complicato come andare sulla luna, tutto sommato è un lavoro semplice».
La prima novità del piano riguarda proprio gli esuberi, oggetto di un confronto tra management e sindacati ieri mattina. Non è bastata la prima procedura per 194 unità aperta l'8 giugno 2017 e conclusasi senza licenziamenti, ma solo prepensionamenti e riqualificazione. Le nuove fuoriuscite previste sono 325, che secondo Anm saranno così ripartite: 81 pensionamenti (2018-2019), 58 esuberi rimasti fuori dalla procedura dell'anno scorso da ricollocare in base al decreto Madia, quindi tramite la mobilità nelle partecipate regionali, altri 186 appartenenti a settori indiretti e ad una parte marginale dell'area sosta.
«In passato - ha commentato il manager Nicola Pascale, in commissione Trasporti mercoledì - si sono creati squilibri per le presenze eccessive in azienda di personale non diretto. Si è sforato ampiamente. A questo bisognerà mettere inevitabilmente mano».
Duri Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt, che hanno contestato l'azienda sia sul metodo della comunicazione che nel merito. «L'Anm - scrivono - modifichi il piano, senza dichiarare esuberi, ma presentando un progetto di rilancio con investimenti e una nuova organizzazione complessiva, che preveda il giusto equilibrio delle risorse umane da utilizzare. È inconcepibile ed inaccettabile - aggiungono - dare informazioni confuse ed incomplete e in ritardo su un tema così delicato. Rendendo di fatto impossibile ogni utile contributo da parte dei sindacati. La misura di 244 esuberi, oltre gli 81 pensionamenti, non è determinata da reali esigenze di assetto organizzativo aziendale, bensì da un mero rendiconto economico. Non si tiene conto della necessità di dare una mobilità adeguata alla città. La legge Madia, poi, non è applicabile ai 58 esuberi per ritardi e vizi di forma. Mentre non si può riaprire una procedura di licenziamento collettivo già chiusa con accordo in sede regionale e aziendale». Sulla stessa lunghezza anche Faisa Cisal, Ugl, Usb, Orsa e Confail: «La procedura del 2017 non può essere rimessa in discussione, pena l'invalidazione. Per 186 nuovi esuberi, poi, non ci saranno paracaduti. Ci aspettiamo stavolta che su questa partita ci sia l'unità sindacale con la partecipazione allo sciopero del 13 luglio. Basta accanirsi sul personale. Si può intervenire su altre leve e sprechi senza fare macelleria sociale».
Resta incerto il destino del ramo parcheggi dell'Anm, che potrebbe essere dismesso da Anm. Un settore che l'anno scorso ha fruttato all'azienda dei trasporti, tra strisce blu e parcheggi, quasi 15 milioni. Il comparto attualmente conta circa 250 dipendenti, di cui 85 per i parcheggi, 22 sui car valet (Spalti Maschio Angioino, Monaldi, piazza Mancini), altri 130 circa tra ausiliari del traffico e parcheggi del metrò, e una quindicina di amministrativi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino