Quattro ore in attesa in ospedale a Napoli, il padre: «Me l’hanno ucciso Due medici litigavano e lui moriva»

Quattro ore in attesa in ospedale a Napoli, il padre: «Me l’hanno ucciso Due medici litigavano e lui moriva»
«Me l’hanno ucciso. Mio figlio era un leone e l’ho perso a causa della totale negligenza dei medici che l’avrebbero invece dovuto curare. Voglio la...

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«Me l’hanno ucciso. Mio figlio era un leone e l’ho perso a causa della totale negligenza dei medici che l’avrebbero invece dovuto curare. Voglio la verità, soltanto la verità su quanto accaduto. E per questa verità combatterò ogni giorno della mia vita». Non riesce a darsi pace Raffaele Scafuri, il padre di Antonio, il ragazzo di 23 anni morto dopo essere rimasto vittima di un grave incidente stradale avvenuto mercoledì scorso a Ercolano. Stretto dall’affetto di una famiglia, molto unita, piange e racconta quanto accaduto nelle ore che hanno preceduto la tragedia.


Un calvario, ad ascoltare Scafuri, iniziato quando il figlio è entrato al Loreto Mare: «Erano le 21 quando siamo entrati al pronto soccorso. Una volta accolto e sistemato su un lettino ci è stato detto che occorreva fare un Angiotac». Un esame che col passare delle ore non veniva eseguito: «Si saranno fatte le 4 quando sono andato in escandescenze, diventando anche maleducato. Intanto due medici avevano litigato sotto i nostri occhi: uno dei due doveva accompagnarci a fare l’Angiotac. Alla fine uno dei due si è deciso: siamo saliti sull’ambulanza per recarci nell’area dove doveva essere effettuato l’esame». Durato 4 ore: «Alle 8 - prosegue Raffaele Scafuri - ci hanno detto che l’esame aveva dato esiti favorevoli ma che il ragazzo sarebbe comunque stato sistemato in Rianimazione a causa delle ferite riportate. Antonio era lucido».

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