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Sono ore di frenetico lavoro per i magistrati della Procura di Napoli impegnati nelle indagini sulle attività di Raffaele Imperiale, il broker del narcotraffico di Castellammare di Stabia arrestato il 4 agosto a Dubai dalle autorità della polizia degli Emirati Arabi.
I pm della Direzione distrettuale antimafia partenopea hanno completato le procedure che consentono - sulla base di un accordo bilaterale sulle estradizioni risalente a circa due anni fa - al nostro ministero della Giustizia di chiedere agli Emirati Arabi la consegna del narcotrafficante.
Ma quali saranno i tempi per ipotizzare un trasferimento in Italia del super ricercato finito in trappola grazie alle indagini di Polizia di Stato e Guardia di Finanza di Napoli, sotto il coordinamento del procuratore Giovanni Melillo? Il nome di Imperiale era finito nell'elenco dei dieci più pericolosi latitanti stilato dal ministero dell'Interno.
Il trattato firmato da Italia ed Emirati Arabi Uniti risale al 2019, con la ratifica del Senato, e ha già due precedenti di sostanza: l'estradizione di due soggetti ricercati nel nostro Paese poi rifugiatisi nel paese degli emiri: quella di Abdallah Chakir - cittadino marocchino destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel 2015 dal gip di Cuneo per traffico illecito di sostanze stupefacenti - e quella di Boujemaa Benchakour, condannato a 4 anni e 5 mesi di reclusione per associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina dalla Corte di Appello di Torino. Dunque ora è solo questione di tempo, anche se la Procura partenopea farà di tutto per bruciare le tappe, stimate nel lasso di tempo di due tre settimane.
Il Mattino