Sette assistenti sociali a Chiaia e due a Secondigliano; altri sette a Fuorigrotta e tre a San Giovanni a Teduccio. Nel gioco dell'oca del personale del Comune perde chi sta...
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Per rispettare i parametri fissati dalle norme nazionali la città dovrebbe avere 197 assistenti, che sarebbero probabilmente comunque pochi considerando i problemi da affrontare. Ma in realtà i lavoratori del settore sono anche di meno. Entro agosto, infatti, nei centri di servizio sociale, cioè sulle barricate, ne resteranno solo 126 a causa dei previsti pensionamenti. Altri 48 dipendenti sono dislocati sui servizi centrali e si occupano, tra l'altro, della tutela, dei rom, degli anziani, dei senza fissa dimora e degli immigrati; 54 contratti termine sono impegnati, invece, fino a dicembre sul reddito di inclusione. Altre 40 assunzioni sono in verità previste, ma solo nel 2021.
Sostiene Danilo Criscuolo, coordinatore aziendale funzione pubblica della Cgil: «Pur apprezzando lo sforzo rappresentato dall'inserimento di 40 unità nel fabbisogno del personale, si rileva che questo resta insufficiente. Non solo: la decisione di rinviare le immissioni al 2021 creerà situazioni di grave difficoltà, e già adesso i servizi sono quasi al collasso». Per questo il Comune ha aperto un tavolo con le rappresentanze aziendali: «Una decisione importante e fortemente sostenuta dalla Cgil a tutti i livelli», sottolinea Criscuolo.
D'altra parte, segnala il sindacato, a Napoli ha già chiuso il centro per le famiglie e sono a rischio il centro per la mediazione penale perché l'unico dipendente sta per andare in pensione, e l'istituto Toniolo che ha una convenzione in scadenza. Molto nel settore dell'assistenza ai minori è affidato al cosiddetto terzo settore: cooperative, associazioni, privato sociale. Questi gestiscono le case famiglia, ma anche i progetti. Purtroppo, però, i pagamenti arrivano in grave ritardo, i progetti vengono pagati anche dopo novanta giorni, ma le comunità devono aspettare molto di più.
Considerando che secondo i dati forniti dal Csm sono privi di assistenti sociali Torre Annunziata, Arzano, Casavatore e Casoria e che ne hanno due Afragola e Caivano, c'è da meravigliarsi se la Campania risulta ultima nella classifica Cesvi sui maltrattamenti ai bambini? Ovviamente no.
Eppure, sottolinea il supremo organo della magistratura, proprio dalla triangolazione tra scuola, comune e tribunale per i minorenni nasce la più concreta delle possibilità di evitare non solo i maltrattamenti, ma anche lo scatenarsi della delinquenza giovanile. Intercettare chi evade dall'obbligo scolastico è il primo passo per combattere malessere e violenza. Ma i risultati, che vedono la Regione ancora in testa a tutte le classifiche sulla dispersione, dimostrano che siamo ancora lontani dal centrare l'obiettivo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino