Assistenza ai disabili, i centri specialistici di Napoli pronti alla serrata

Assistenza ai disabili, i centri specialistici di Napoli pronti alla serrata
Tetti di spesa e assistenza ai disabili, centri accreditati in rivolta: stop alla firma dei contratti con le Asl e chiusura a oltranza delle strutture a partire da lunedì 2...

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Tetti di spesa e assistenza ai disabili, centri accreditati in rivolta: stop alla firma dei contratti con le Asl e chiusura a oltranza delle strutture a partire da lunedì 2 luglio. Una misura, quest'ultima, che per ora riguarda la sola Asl Napoli 2 nord ma che presto potrebbe contagiare anche altre province. Dove nasce la protesta? «Non è una questione di budget avverte Ciro Salzano, presidente Fras protagonista della serrata ma di metodologia e di corretta programmazione. Se andassimo avanti dovremmo erogare per circa 6 mesi all'anno prestazioni ambulatoriali e domiciliari che riguardano soprattutto minori, a fronte di un budget che invece è largamente esuberante rispetto al necessario per un regime assistenziale (convitto e semiconvitto) che resta sostanzialmente inutilizzato. La mancata firma ai contratti comporta la sospensione dei pagamenti. Siamo dunque costretti a chiudere i battenti».

 
Una posizione più dialogante è assunta invece dal portavoce delle associazioni di categoria Pierpaolo Polizzi, presidente Aspat, che nel decreto n. 41 pubblicato nei giorni scorsi dalla struttura commissariale vede anche aspetti positivi: Effettivamente spiega Polizzi - la Regione ha ridotto il divario che avevamo segnalato in alcune Asl (Avellino, Caserta e Salerno). Riconosciamo inoltre la validità dei tetti di spesa per singola struttura, il monitoraggio dell'appropriatezza, l'incremento degli acconti mensili sui pagamenti (passati dal 90% al 95%) e l'eliminazione della mensilizzazione. Ma l'incremento di 6 milioni sbandierato dalla Regione per questa area assistenziale si rivela virtuale perché se la coperta si allunga nella porzione di letto dove non c'è nessuno lascia all'addiaccio una fetta di utenza che assorbe assistenza per più del doppio (circa 14 milioni). La prima cosa da fare, sarebbe tirare le somme inutilizzate dal versante scoperto».

Ad essere danneggiati sono soprattutto i minori (età evolutiva) assistiti per più volte a settimana per attività che vanno dalla psicoterapia alla logopedia alla riabilitazione motoria e cognitiva. Un epilogo imprevisto in un settore in cui De Luca aveva puntato nelle settimane scorse, annunciando l'incremento di budget per appunto 6 milioni. Dagli uffici di palazzo Santa Lucia ribattono che una buona fetta delle prestazioni non finanziate sarebbero inappropriate mentre le risorse inutilizzate dovrebbero servire ad accelerare le riconversioni di alcuni centri in Rsa e hospice. Riconversioni in molti casi già in porto. Del resto proprio De Luca, con una circolare emanata a novembre del 2017, a correzione dell'operato del suo predecessore Joseph Polimeni, aveva chiesto ai manager delle Asl di riequilibrare le risorse a vantaggio delle attività domiciliari e ambulatoriali. Una flessibilità che ora, per decreto, viene invece negata. Che non sia soltanto una questione di budget è provato a Caserta: qui il semplice dirottamento della quota di assistenza finanziata (ma inutilizzata per 2,4 milioni) sui setting assistenziali domiciliari e ambulatoriali, consentirebbe di far quadrare i conti senza aggiungere un solo euro.


Intanto proprio sui contratti al palo, tra accreditati e le Asl, De Luca ha chiesto ai manager un'accelerata per concludere la partita entro il 7 luglio, data di convocazione a Roma del tavolo di verifica con i ministeri che vigilano sul piano di rientro. Difficilmente i tempi saranno rispettati. Lo scontento serpeggia anche in altri ambiti assistenziali in accreditamento. Come le Case di cura dove la penalizzazione di alcune strutture, tra cui grandi realtà dotate di pronto soccorso ha frenato il via libera alle intese biennali sebbene ufficialmente, l'associazione di categoria (Aiop) abbia fatto scattare da tempo il disco verde all'accordo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino