Associazioni terzo settore in rivolta: «Basta stese o stop alle attività»

Associazioni terzo settore in rivolta: «Basta stese o stop alle attività»
«Si faccia presto o sospenderemo le attività sociali per proiettili vaganti». È l'sos lanciato a Napoli alle istituzioni dalle associazioni del Terzo...

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«Si faccia presto o sospenderemo le attività sociali per proiettili vaganti». È l'sos lanciato a Napoli alle istituzioni dalle associazioni del Terzo Settore impegnate a Forcella, Piazza Mercato e in altre zone del centro dopo l'escalation di "stese" nella zona. Nell'ultimo episodio in piazza Calenda, dove un centro scommesse è stato preso di mira, un tredicenne è stato ferito da una scheggia, fortunatamente ferendosi lievemente. «I ragazzini continuano ad armarsi facilmente e a sparare all'impazzata. Bisogna cambiare passo. Serve con urgenza un intervento straordinario, un programma di scopo di grandi dimensioni» scrivono.


Il documento è destinato a tutte le autorità, dal prefetto al presidente del Consiglio, oltre a sindaco e governatore e alle forze dell'ordine, e si chiede un programma che intervenga «in maniera massiccia, coordinata ed integrata su prevenzione, riqualificazione e maggior controllo del centro storico». La stesura di un «contratto» fra ministeri, autorità locali, chiesa, associazioni. L'analisi degli organismi del Terzo settore è semplice: «Se le forze dell'ordine e le istituzioni stanno facendo tutte il proprio dovere, se le scuole, le parrocchie e le associazioni stanno profondendo il loro massimo sforzo, se nonostante ciò i ragazzini di Forcella, piazza Mercato e di altre zone del centro storico continuano ad armarsi facilmente e a sparare all'impazzata Vuol dire che quello che si sta facendo e come lo si sta facendo non basta...Vuol dire che bisogna cambiare passo». «Chiediamo con urgenza un intervento straordinario, un programma di scopo di grandi dimensioni. Lo esigono i cittadini di Napoli. Lo chiedono le mamme, i papà, i bambini, i religiosi, i turisti, le persone per bene. E bisogna farlo ora».

Da qui la richiesta: «Il prefetto convochi un tavolo urgente con Ministeri, Regione, Comune, forze dell'ordine e associazioni. Basta analisi. Basta azioni frammentate. Qui si spara. Occorre sottoscrivere un contratto tra Ministeri (Interno, Istruzione, Giovani, Sviluppo Economico-Lavoro e politiche sociali), Regione, Comune, Municipalità, Chiesa ed associazioni, che definisca investimenti, azioni, tempi, metodi e risorse. Un tavolo strategico e, al tempo stesso, operativo: che programmi, realizzi e controlli passo passo interventi misurabili, concreti ed efficaci. Iniziando subito». Se non si convocherà immediatamente un tavolo operativo con tutti i soggetti, «saremo costretti a sospendere le attività sociali per proiettili vaganti». Naturalmente ciò, scrivono, «sarebbe una sconfitta per tutti». Ecco perchè «chiediamo sin d'ora ai rappresentanti delle istituzioni di cambiare approccio, mostrando più determinazione e superando i conflitti di responsabilità e competenze tra Stato, Regione, Comune, ecc. Saper governare significa dimostrare di riuscire a coordinare e ad impegnare l'intera filiera istituzionale. Sono queste le cose da fare. Non possiamo più aspettare. attendiamo una convocazione».


Il documento è stato sottoscritto da diverse associazioni e altre hanno annunciato la loro adesione. Tra i firmatari: Fondazione di Comunità del Centro Storico, Consulta Associazioni Seconda Municipalità, Associazione Annalisa Durante, Asso.Gio.Ca.(Associazione Gioventù Cattolica), Legambiente-Parco Letterario Vesuvio onlus, Associazione I Teatrini, Associazione Agorà, Associazione F.pl. femminile plurale, Cooperativa sociale Me-Ti, Cittadini del costituendo Comitato civico Forcella, APS Soma e Psiche, Associazione ZONTA e FIAB Napoli Cicloverdi, Associazione Manallart, Associazione Avventura di latta, APS Muricena Teatro-Associazione Teatri di Seta, Associazione Giuseppe Veropalumbo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino