Autonomia, Calderoli da De Luca: «Ora spirito costruttivo»

Oggi a Napoli il vertice sull’autonomia, nel nuovo testo garanzia di perequazione

Vincenzo De Luca e Roberto Calderoli oggi a confronto
Tornare allo “spirito del 2009”. Il ministro delle Autonomie Roberto Calderoli arriva oggi a Napoli per incontrare il presidente della Campania Vincenzo De...

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Tornare allo “spirito del 2009”. Il ministro delle Autonomie Roberto Calderoli arriva oggi a Napoli per incontrare il presidente della Campania Vincenzo De Luca non con il capo cosparso di cenere (non è nello stile del personaggio) ma con spirito costruttivo. Calderoli recupererà lo stesso impegno ad ascoltare le tesi altrui che portò, dopo sei mesi di trattative, al voto del Senato del 29 aprile 2009, quello che gli consentì di far approvare, da ministro nel governo Berlusconi, la legge 42 di attuazione del federalismo fiscale: i voti contrari nella seduta finale di Palazzo Madama furono appena 6. Una legge che prevedeva l’addio alla spesa storica, l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni e il varo della perequazione infrastrutturale. Impegni rimasti in larga parte sulla carta e che adesso si proverà, finalmente, ad attuare.

Di fronte a Calderoli ci sarà un De Luca non più barricadero, perché ha incassato il risultato non scontato di far considerare i Lep non una opzione ma un indispensabile passaggio per l’equità. E così Calderoli aggiornerà le sue parole d’ordine. Se fino a qualche giorno fa sottolineava che l’autonomia non avrebbe tolto un euro alle Regioni che non desideravano attuarla, adesso ha compreso che il Sud non vuole difendere la situazione attuale ma cambiarla e quindi sottolineerà che il vero obiettivo della riforma è superare la sperequazione attualmente esistente. Anzi i Lep - dirà Calderoli - sono proprio la garanzia di equità, un passaggio che le Regioni del Nord hanno infine accettato proprio grazie alla mediazione del ministro. E poi, in linea con il Calderoli del 2009, il ministro ascolterà le proposte di De Luca, pronto a farle sue se ritenute utili per tutte le Regioni e inserite nel nuovo disegno di legge sull’autonomia differenziata, un testo che al contrario della bozza dell’8 novembre conterrà un richiamo chiaro all’articolo 119 (cioè la perequazione) e vedrà sparire il passaggio in cui si diceva che dopo un anno si può partire anche senza Lep.

Il clima dell’incontro Calderoli-De Luca sarà sereno, quindi, in linea con le previsioni di Pina Castiello, sottosegretaria ai rapporti con il Parlamento ed esponente campana della Lega: «È lecito preventivare - dice - che, questa volta, il bilaterale risentirà del positivo giudizio di merito espresso dal governatore campano a seguito dell’annunciata disponibilità del titolare del dicastero delle autonomie a varare i Lep in via preliminare, e dunque prima di mettere mano nel dettaglio all’impianto della riforma.

Una posizione percepita evidentemente come rassicurante che ha indotto l’inquilino di palazzo santa Lucia a parlare di occasione storica da riconoscere e non sciupare. Ma anche un implicito riconoscimento - sostiene ancora Castiello - delle buone intenzioni del ministro e del governo che, per mesi, si sono affannati a ricacciare in gola tutte quelle accuse figlie delle reazioni scomposte di chi denunciava strumentalmente nel progetto di regionalismo la presenza ammantata di una finalità antimeridionale. Tuttavia l’affermazione del buonsenso che in queste ore ha fortunatamente preso il sopravvento, facendo strame delle falsità spacciate come verità inconfutabili, rischia di essere sabotata dall’atteggiamento ondivago del Pd».

Al di là dei passaggi polemici della Castiello, da esponente di partito più che da titolare dei rapporti con il Parlamento, la ritrovata convergenza tra Calderoli e De Luca ha anche un’altra motivazione: l’alleanza dei regionalisti di fronte alla spinta alle riforme istituzionali che viene da Meloni, nazionalista per cultura politica e chiara nel dire che nel corso della legislatura vanno rivisti i poteri delle Regioni. Un compito, riscrivere la Costituzione, che spetterà a una Bicamerale la quale potrebbe vedere come presidente il senatore di Fratelli d’Italia Marcello Pera, eletto a Napoli. Figura autorevole, che sui rapporti tra Stato e Regioni ha già detto la sua: «Così come è disegnato, il riparto di competenze fra lo Stato e le Regioni è carburante che alimenta l’industria dei ricorsi alla Corte costituzionale; si può precisarlo meglio?». 

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Il Mattino