Autonomia differenziale, la sinistra radicale contesta il vertice De Luca-Calderoli: «Giù le mani dal Meridione»

«È una secessione dei ricchi, le Regioni che hanno più risorse vogliono maggiore autonomia»

La protesta della sinistra radicale
«Giù le mani dal Meridione» è il coro che si alza dall’esterno di Palazzo Santa Lucia mentre all’interno della sede istituzionale è in...

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«Giù le mani dal Meridione» è il coro che si alza dall’esterno di Palazzo Santa Lucia mentre all’interno della sede istituzionale è in corso l’incontro - convocato per discutere di Autonomia differenziata e politiche regionali - tra il governatore della Regione, Vincenzo De Luca e il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli. La visita del ministro leghista a Napoli ha portato con sé anche venti di contestazione. Circa 50 antagonisti, provenienti dalle realtà della sinistra radicale, hanno preso parte al sit-in di protesta convocato dall’Unione sindacale di base e Potere al Popolo per protestare contro «ogni progetto di secessione dei ricchi».

I manifestanti, radunati all’ingresso della Regione Campania con bandiere e striscioni, contestano al duo De Luca-Calderoli il disegno di legge che «potrebbe allargare ancora di più il divario tra Nord e Sud». Tra le rivendicazioni dei dimostranti c’è anche la «difesa del reddito di cittadinanza».

«L’autonomia differenziata – spiega Vincenzo De Vincenzo, segretario regionale dell’Usb Campania – spacca ulteriormente l’Italia dividendo ancor di più il Settentrione dal Meridione e danneggia tutte quelle che sono le questioni di carattere nazionale: dalla scuola alla sanità pubblica».

«Questo – precisa De Vincenzo – farà aumentare il divario sui servizi essenziali che già esiste nel Paese. Allo stesso tempo vediamo l’attacco al reddito di cittadinanza: l’unico strumento che in questo momento – specialmente durante i mesi della pandemia – ha permesso ai poveri di poter sopravvivere. Nel mentre si mette all’angolo persino il salario minimo, oggi accantonato da questo nuovo governo». 

Per i manifestanti l’autonomia differenziata, difatti, non può che non amplificare ancor di più le disparità tra le famiglie meno abbienti e in difficoltà del Paese con quelle più facoltose. «È una secessione dei ricchi – osserva Giuliano Granato, portavoce nazionale di Pap e membro di Unione Popolare - le Regioni che hanno più risorse vogliono maggior autonomia per gestire una serie di materie che oggi sono di competenza dello Stato aumentando le disuguaglianze sia a livello nazionale che nelle stesse Regioni che chiedono l’autonomia».

«Con l’autonomia differenziata invece di ricucire i divari enormi presenti nel Paese – chiarisce Granato, citando i precari diritti sociali presenti nel Meridione come la scuola, i trasporti e la sanità pubblica che è già di competenza regionale - si allargherà la crepa sociale di cui la povera gente è vittima».

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Il Mattino